Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      stare A queste cose raccolte per pronta ed ovvia ispezione di Sua Altezza Reale, si aggiunge, che nelle naturali funzioni di sensazioni più familiari, mostra questo principe talora torbide le voglie di ciò che gli conviene, e talora troppo vive ed efficaci, ma per ordinario non regolate dalla ragione, ed in cui certamente non ha influenza alcuna, nè parte la riflessione; così abborrisce egli senza cagione manifesta, ed invincibilmente alcuni cibi, benché ordinarissimi, e del gusto comune, come frutta di qualunque specie, dolci, e forse altro, nè vi è mezzo per insinuazione, o altra premura, che gli si faccia, d indurlo a trasgredire punto la sua costante fermezza in questo. Ogni rumore, o suono, lo scuote e lo rimove da qualunque altra operazione in cui si trovi occupato, ma ciò succede quasi in un modo stesso, se il suono sia regolato, armonico, e soave, o sia suono brutto, e strepito di qualunque sorte. Allora dà egli un sogghigno, e questo tante volte quante accaderà sentirsi stuzzicare l'udito. In sì fatti sogghigni dà spessissimo, o per interni movimenti spontanei, ignoti agli astanti, o per altre piccole cose, e impressioni di niuna considerazione Per contrario, o che attualmente soffra anche leggierissima molestia nel corpo, o per oscura cagione interna, spesso dà in gemiti, e lamenti, e se la molestia sia più forte, o si trovi egli così disposto per altra cagione dà, non rare volte, in furore, ed in ismania, facendo violenza a se stesso, alle sue vesti, e talora agli astanti; ma 1 afflizione di leggieri svanisce, e sì rimette in uno stato d'indifferenza. Se poca forza, e brevissima durata hanno in lui le cagioni di piacere e di dispiacere, si può dire, che sia insensibile a quelle disposizioni di animo che risultano da prìncipii, e documenti di civiltà, e politezza. Insensibilissimo poi bisogna dirlo alle affezioni che procedono dalla Società, per modo che di que' domestici addetti al suo servizio che conosce, e dislingue, e chiama nelle occorrenze a nome, esso non si prende briga, se gli stiano, o nò d'intorno, anche rispetto a quelle persone che avrebbero dovuto fare maggior colpo nell' animo suo per consuetudine di vederle, o per altro. Nelle semplici, e facili percezioni di Sua Altezza Reale mostra una certa superficiale, e fugace cognizione, e si potrebbe solo dire, che in alcuni punti lo servisse bene la memoria, ma non in tutto, poiché si ricorda, come si è detto, dei nomi, delle avventure, dei luoghi


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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