Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      quando, compulate le opere e i tempi, sì prefisse primo giorno della impresa il dì 6 di ottobre. Uccidere il Viceré, occupare i castelli del-la città, gridar re il principe Carlo figlio dell'imperatore Leopoldi», opprimere le poche spensierate milizie spagnuole, reggere lo Stato sino all'arrivo dei promessi da Cesare soccorsi d'armi, furono i disegni della congiura. I congiurati ( quasi tutta la nobiltà del regno) divisero le cure e i pericoli della impresa.
      Ma nuovi avvenimenti ruppero le dimore. Lettere del Cardinal Grimani ambasciatore dì Cesare a Roma, scrìtte ad un congiurato, e per avviso del Duca di Uzeda, ivi ministro di Filippo V, intercette dal viceré, gli rilevarono esservi congiura, lasciandone oscure le fila e Io stalo. Perciò, di ogni cosa sospettoso, vegliava l'interno della casa, mutava le usanze di vita, radunava le sue poche milizie, spargeva esploratori tra'nobili e nel popolo, compose e concitò la Giunta degli Inconfidenti a punire, fece imprigionare il padre Yigliena teatino ; fuggi il padre Torres gesuita ; trepidavano d' ambe le partì i ministri del governo c i congiuratiQuesti alfine, o confidenti nella propiia potenza, o slorzati dalle male venture a precipitare le mosse, levaronsi a tumulto il 23 di settembre. Non poterono uccidere il viceré ( morte concertata col cocchiere dì lui e due schiavi) perché quegli non uscì come soleva in carrozza; investirono il Castel nuovo c lo trovarono chiuso e guardato; le prime speranze della congiura fallarono. Ma dopo quelle mosse irrevocabili, trascinati dalle necessità del presente, confidando nella immensa forza di popolo sfrenato, andarono con bandiera di Cesare gridando d nuovo re, accrescendo il tumulto, atterrando In immagini di Filippo, ergendo quelle di Carlo, aringando la plebe nelle piazze, promettendo abbondanza e, secondo gli usi dispotici del tempo, impunità, favori e privilegi. Ne' quali moti que' nobili congiurati, per ac crescersi potenza o per giovanile superbia si chiamavano de' nuovi tìtoli di principi e duchi patteggiali con Cesare. II dottore Saverio Pananti, altiero, dotto, facondo, congiurato e nella congiura Eletto del popolo, salilo sopra poggiuolo della piazza ilei mercato, popolosa e facile alle novità, chiamò col cenno le genti ad ascollarlo; disse ch'egli era il nuovo Eletto, rammentò i mali del governo di Spagna, ingrandiva


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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