Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      le speranze doli' impero di Tesare, magnificava le forze della congiura, prometteva doni e mercedi, pregava il popolo si unisse a'nobili. Finita F aringa, un uomo tra quelle genti, canuto dì vecchiezza e plebeo, con voce alta parlò in questi sensi:
      « Voi, Elelto, e voi, popolo, ascollate Sono molti anni che d » mal governo spaglinolo fu da noi scosso, movendoci Masaniello po-» poiane. Stettero i nobili o contra noi o in disparte, e spesso venne-» ro ad aringare ( come ora il nuovo Eletto ) per ricondurci alla ser-» vitù, chiamandola quiele Io, giovinetto, seguitai le parti del popolo ; » vidi le fraudi de'signori, le tradigioni del governo, le morti date a » miei parenti ed amici, lo, vecchio ora che parlo, e assennato dal » tempo, credo clic in questa congiura di nobili debba il popolo ab-» bandonarli, come nella congiura (li Masaniello fu da nobili abban-» donato. Udite già gli assunti nomi di principe (li Piombino, principe » (li Salerno, conte di Nola: e aspettatevi tanti altri ancora ignoti, » ma che tutti sarebbero sopra noi nuovi tiranni Io mi parlo da que-» sto luogo; mi seguirà chi presta fede ai miei (letli », Kestò vola la piazza; il primo oratore tornò confuso.
      Ma pure molti della più bassa plebe e del contado, npn per a-more di fazione ma per avidità di guadagni, rinforzarono i congiurati, e nel tumulto andavano spogliando le case ed uccidendo alla cieca uomini di ogni parte; alle quali opere malvage, parecchi uomini della nobiltà, cospiratori ancor essi, o aderenti ma non palesi, ripararonsi ai castelli da milizie spaglinole guardati; altri fuggirono la sconvolta ciltà; altri munirono le case di sbarre e armigeri. Scemavano la potenza dell' impresa le sfrenatezze della plebe e 1 avvilimento de' grandi, tal che il principe di Macchia per editto minacciò pena di morte cosi a'predoni quanto a coloro tra nobili che indugiasseri oltre un giorno ad ajulare le parti del re Carlo. I,'editto, disperante agli uni, (•stremo agli altri, nocque in doppio modo alla congiura.
      Così che il viceré, vedendo freddo il popolo, i nobili divìsi, i congiurati pochi c ormai timidi, fece sbarcare nel terzo di le ciurme (Ielle galere spaglinole ancorate nel porto; e formate a schiera con le milìzie, le spinse dal Castclnuovo contro i ribelli accampati dietro certe sbarre in alcuni posti della città; menlre i castelli, ad offendere e spa-


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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