Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
Madrid 17 aprile 4759.
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\el dovere di rassegnare a Vostre Eccellenze il modo, con cui procede l'infermità di questo sovrano verso del quale sono rivolti con ragione i pensieri di tutta 1' Europa, grave e molesto riesce il dover versare sopra di un argomento ripieno d'infinite, et opposte circostanze, parte delle quali derivano dalla confusione dei medici, e parte sono promosse dalla stravagante unione di molti sintomi di un carattere sempre vario, e sempre incostante. Ogni volta dunque che mi conviene estendere quelle relazioni, che mi pervengono, e che attendo fino ai ultimi momenti, nei quali devo chiuder il dispaccio sono ormai quasi convinto dall esperienza di sette mesi, che nel giorno appresso si alterano, e cambia di aspetto lo stalo dell'infermo. Ogn'una di Vostre Eccellenze che si compiacesse di rileggere tutti gli articoli dei miei dispacci, sono certo che troverebbe una continuata serie di contradizioni manifeste, ina questo è difetto della materia, e ciò serve anzi a meglio conoscerne la sua decantata stravaganza. Ma la sorpresa universale, che deriva dagli accidenti di questa settimana, è, quale la sentirà ogn' una di Vostre Eccellenze, nell' intendere che i medici qualificano questa una malattia di lunghissima durazione, trovando, che il re in luogo di perdere il vigore, ogni giorno più ne acquista, e che la febbre diminuisce la sua forza ; ma quanto si conoscono e si esaltano i vantaggi del corpo, altrettanto si accrescono i discapiti della mente continuamente turbata da mille capricciosi pensieri, et efficace e violente in tutte le sue azioni. Non vi è giorno in cui non arrivi la notizia di un qualche particolare avvenimento che dimostra le iuquie-tudini dalle quali S. M ha disturbato Io spiritoMadrid li 22 maggio 1759
Potei raccogliere dalla voce concorde dei ministri forastieri le più sicure notizie riguardanti la persona del re, et altri particolari avvisi ; il che non ometto di rassegnare alla cognizione di Vostre Eccellenze come esige il mio dovere.
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