Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      fossero state con ordine registrate le disposizioni legislative che sparsamente si leggono in molti dispacci e prammatiche, avremmo avuto un codice di commercio, pieno, finito, e 'I vanto dì precorrere di mezzo secolo gli altri Stati d' Europa. Carlo fondò anche un Collegio detto Nautico , e per esso fu migliorata e prescritta la costruzione delle navi, formato il corpo de' piloti, istruiti gli artefici e i marinari. E come alno mezzo di commercio e d'industria, chiamò gli Ebrei; tollerati ne passati secoli, poi molestati dalla ignoranza della plebe, indi scacciati per decreto di Carlo V. L' editto di Carlo Borbone era umano ed esemplare r concedeva sicurtà, libera professione di coscienza, libero commercio, diritti di cittadini, domicilio prefìsso nelle città, non ad oltraggio come in altri regni cristiani, ma per più comodo e libera dimora. Ne vennero in gran numero, con grandi ricchezze ; poi dirà questa istoria quali sorti ebbero e qual fineL' effetto delle riferite leggi fu sollecito ; però che i nostri porli si frequentavano da navi straniere, e i nostri mercati da merci, ma la bandiera napoletana poco navigava ne mari altrui per gli errori della nostra interna amministrazione Le mercanzie nostre erano i frutti della terra che 1' annona serrava e marciva nelle cànove : ogni vento, ogni meteora facevano temere scarsezze di alcun prodotto ; e s' impediva uscire le biade, gli olii, il vino, sole materie che ci abbondino. Era dunque necessità sostenere il nostro commercio col danaro ; ed il governo, ciò visto, e credendo alle fallacie della bilancia commerciale, giudicò dannoso il traffico esterno, e valevole a ristorarsene gravar la entrata delle merci con dazi esorbitanti, che registrò in alcune ordinanze dette tariffe doganali. Ignorava che tali dazi si pagano da consumatori ; ina presto vidde crescere il prezzo delle cose, venir più caro il vivere, scemare i valori produttivi, declinare 1' industria, scadere le ricchezze......
      Il ministro Tanucci e parecchi napoletani dì alto ingegno crederono acconcio il tempo a ravvivare le ragioni dello stato e del re : I abate Genovesi, benché in molta giovinezza, chiaro per lettere e per virtù, dopo aver dimostrato quanta ricchezza le persone della Chiesa, povere per voti, consumavano, propose riforme giuste, pie, generose. Altri altro proposero; e la stessa città, per suppliche al re, pregava


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Quarto)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 603

   

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