Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli
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rabilì delle due città : altri scritti dimostrano quanto abbiano accresciuto alla finezza delle arti ed alla cognizione dell' antichità.
In molte camere del nuovo palazzo di Portici furono disposte quelle anticaglie ; e nel tempo stesso fu instituita uu' accademia er-colanense, che per filosofìa e per istoria le illustrasse. Altre accademie sursero a' tempi di quel re. La università degli studii migliorò per lezioni utili aggiunte alle troppe di materia forense e teologica le quali ingoniberavano l'insegnamento. Avvantaggiarono i collegi ) rimasero seminari con le discipline medesime, sconoscendo i vescovi ogni autorità civile, amanti di non mutare dal vecchio. Ma per quanto Carlo facesse a prò delle scienze o lettere, la istruzione non era comune j sorgevano uomini egregi di mezzo all' ignoranza pubblica. Altri provvedimenti di Cario degni di iode o di biasimo non sono da tacere. Minacciò ed office di gravi pene i contraventori alle ordinanze per le regie c^e. Introdusse ne' suoi regni il giuoco dei lotto, invenzione di talento avaro e prepotente. Confinò, poi spense, la peste di Messina. Restrinse in un quartiere della città le meretrici, ordinando che fossero vegliate, visitate nella persona, punite delle colpe inseparabili da quella turpe condizione Prima permise per il lucro di quarantamila ducati all' anno i giuochi pubblici di carte o dadi ; poi gli abolì. Riprovò e proscrisse la setta de' Liberi Muratori per impulsi delle corti di ''rancia e di Roma ; ma nessuno dei soggetti fu castigato, però che governo saggio e giusto vieta le società scerete, le impedisce, le scioglie e le dispregia Scacciò gli Ebrei, quei medesimi selle anni prima venuti in Napoli per sua chiamata e con sue promesse ; il popolo maltollerava quelle genti.......
La plebe di Napoli fu allegra del bando dei Ciudei.......
lì re più intese alle nazionali riforme. Stando noli' animo (li lui e mila mente del suo ministro Tanucci l'abbassamento della feudalità, con prammatica del 1738 aveva tolte a' baroni molle potestà, che poi rieoncedò nel 17 A \ a ricompensa de' servigi nella guèrra di quel-1' anno. Col passare del lempo intiepidiva la improvvida gratitudine, in.i sino «Ila pai e di Aquilana non si arrischiava diseontentare la parte più potente (lidio stato. Ed (diradò i redditi baronali, benché (li non giiuta o di strana origine, erano si tenacemente intrinsecali nelle
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