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pose innanzi un piatto pieno di ulive. Il giovine pittore nulla toccò, tutto intento come era ad addentrare lo sguardo a traverso le foglie del pergolato, né guari andò che nella vispa danzatrice, che abbandonavasi tutta al tripudio del ballo come uccellino in gabbia, ebbe riconosciuta la sua amica Lalla. £ il vecchio coi soldateschi mustacci e ja profonda cicatrice sopra 1' occhio sinistro era manifestamente il padre. Ma l'altro che stava seduto accanto ad Annina bisbigliandole ad ora ad ora qualche parola nell'orecchio, chi poteva egli essere se ncu l'orsi, il sor Beppe ? La sua grossa e tarchiata persona su cui sorgeva una testa a mo'di pera, senza veruna traccia di collo, giustificava pienamente il nomignolo, quantunque l'orso si fosse tutto rivestito d'abiti razzimati e portasse innestata all'occhiello una fronda di melagrano. Che poteva egli sussurrare all'orecchio della fanciulla? E' parea non la toccasse gran fatto dacché la si stava musorna con gli occhi abbassati sul grembo e battendo macchinalmente e come trasognata il tamburello, finché Lalla le disse di smettere. Il sor Beppe battè vivamente