— 207 —
ver a perdere eternamente nell' istess' ora l'amata fanciulla pur mo ritrovata, e che, secondo che Lalla avea lasciato intendere, non lo aveva punto dimenticato. Ma, quando la sua povera anima voleva tuffarsi in un mare infinito di felicità, egli si vedeva sorgere improvvisamente dinanzi una montagna di scogli scoscesi, e in cima ad essa la forma rozza e ciclopica del sor Beppe, che stava ghignando dall'altoe soffregavale manaccie inanellate, esultando della sconfitta di un rivale scornato. •
Ei passeggiò su e giù ancora un'ora come un dissennato, prorompendo in violenti monologhi, mentre Pauroso gli teneva dietro conle orecchie basse e discosto alcuni passi.
—' Anime venali ! — sclamava egli, stringendo le pugna e dirugginando i denti ; — vendere una gemma si preziosa al primo che si fa innanzi con in mano il denaro... una gemma degna d'un re!.... E quando l'avrà la chiuderà in uno stipò ammuffato si che nessuno potrà più allietarsi del suo divino splendore ! Come mi passò innanzi trionfante, il miserabile !... Oh ! egli ha ben ragione di andar superbo che non sarà ma'
C.ooglc