— 217 —
— Siate forte e buono,—pregò Annina, : con voce tremante. — Cosa volete eh' io fac-i eia se voi disperate? Voi tornaste in Alema-
gna e dimenticherete la povera Annina, e porrete l'anello della vostra madre nel dito I ad un'altra. Ed io... io... qui rimango!
Ella tacque, rigando di lagrime silenziose , le pallide guancie, e sforzandosi a tutto , potere di reprimere 1' ambascia.
— Vedete, — prosegui poi guardandolo negli occhi con uno sguardo ineffabile ; — miracoli non ne succedono più, ben è vero ; ma vi sono ancora sulla terra dei martiri, e molti bevono il sangue prezioso del nostro Salvatore mescolato al loro proprio. Perchè volete che la mia sorte sia migliore ? Perchè sono ancora cosi giovine ? Ebbene avrò maggior tempo d'imparare a soffrire. Ma prima che scenda la notte sopra di me, io voglio godere ancora una volta del sole. Io ho pensato una cosa — continuò sotto voce, ed una fiamma improvvisa si diffuse sulle sue belle sembianze — voi mi diceste che avreste fatto volentieri il mio ritratto. Io ho pensalo che non commetto un peccato se ve lo concedo. Ed ora ponete ben
C.ooglc