1
- 820 —
tenera mano un ineffabile addio, -e lo lasciò nell' ombra del vecchio palazzo, ov' eransi ridotti a confabulare. Ma non appena si fu dileguata, Giovanni si sentì tutto preso da un desiderio ardentissimo di correrle dietro e stringerla fra le sue braccia ; ma si contenne per non mandare a vuoto con la sua scapataggine, quel che gli aveva promesso.
Per mezza la notte ei non velò l'occhio, ma non era più il cordoglio che lo teneva sveglio, quantunque tutti i suoi castelli in aria fossero stati atterrati, sì una gioia irrequieta che tutto il rimescolava come negli anni della sua infanzia, la notte beata del Natale. Sul tetto della sua stanzuccia sfuriava la bufera invernale , sibilando fra lo commessure delle mal ferme imposte, nel mentre la pioggia trarolta scrosciava sui vetri del soprastante abbaino come grandinassero sassolini. Il giovine insonne sedevi sul suo letto, contemplando la torbida fiammella della lucerna, la quale pareva in procinto di spegnersi ad ogni rincorrere della folata. Allora soltanto ei s'accorse atterrito della nudità delle pareti e della povertà «'egli arredi. Qui doveva ella por piede,