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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   su per giù| la vicenda delle sorti: non potendo andar sempre in rovina i castelli| vanno in rovina i castellani. E le cose non si fermano qui| veramente; perchè di solito i nuovi signori fanno poi la fine degli antichi.
   Questo pericolo non sovrastava ancora ai nuovi padroni del castello d'Altariva. Notiamo per intanto che non c'erano padroni| bensì una padrona| giovane| vedova| ed orfana per giunta. Erano morti i veochi Landolfi| marito e moglie| poco dopo l'acquisto del castello ; morti a breve intervallo di tempo l'uno dall'altro| come due ' inseparabili „ posti a vivere fraternamente nella medesima gabbia; morti senza la consolazione di veder rimaritata la lor diletta Flaminia| ma non senza il gusto di averla negata alle istanze del marchese rovinato| ohe aveva perciò messi in moto tutti i più destri sensali di matrimonio. In quella pratica i due vecchi Landolfi si erano mostrati ottimi esemplari di paterna saviezza e di materna previdenza| ed anche maravigliosi in-terpetri della eterna giustizia. Un fannullone titolato| spensierato e vizioso| che aveva giocata sopra un re di picche la casa de' suoi padri| non era degno di riconquistarla a' suoi figli sopra una donna di cuori.
   Parlando| qualche tempo dopo| di quelle nozze fallite| la signorina Marga aveva detta una prò-