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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tempo| e raccontiamo le cose in ordine| con tutta sincerità. Confido al vostro senno e alla vostra delicatezza molti particolari gelosi| taluni dei quali non mi farebbero onore agli occhi della gente. Ma che volete ? ero in ballo ; ho dovuto ballare.
   ' Partii| come sapete| in compagnia della marchesa : compagnia non cercata| nè preveduta| ma che mi è stata utilissima ; e ne ringrazio il cielo| che ha disposto le cose in tal modo| da farmi avere cosi prontamente e così largamente ragione oon voi. Si ciarlò molto| in treno ; ed ella| entrandomi di schianto sul capitolo del mio matrimonio| si mise da sè dentro la rete. Io la persuasi| naturalmente| del mio fermo proposito di sposar voi| adducendone ragioni delle quali arrossisco| pensandoci. In verità| non mi son fatto mai tanto brutto ; ma ho avuto una degna ricompensa del mio sacrifizio| poiché una stupenda idea è venuta alla marchesa| mentre eravamo in Alessandria| ed io| da buon cavaliere| non volendo lasciarla sola ad aspettare il treno di Torino| ri-nunziavo a prendere il mio per Genova. L'idea era di farmi trovar lei da qualche banchiere di Torino i denari occorrenti per aggiustare i miei interessi andati a male| senza passare per la uggiosa trafila del matrimonio. Capite| amabilissima ougina| che invenzione era stata la mia ? Rovinato o giù di lì| come un Salverana| od altro