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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   di prove ! State a sentire| ohe viene il buono. Si era oombinato ieri di andare al Valentino| per prender aria. Passeggiavo sotto i portici di Po| per far ora| quando mi venne veduto da lontano il conte Cesare. Io mi ero mosso allora da una baoheca di gioielliere| dove stavo a guardare senza troppa curiosità un bel diadema di brillanti. Mi avvidi| ad un piccolo gesto| ohe il biondo personaggio mi aveva riconosciuto| e che forse gli dispiaceva di essere stato ravvisato da me. Così pensai allora ; ma riconobbi più tardi oh' egli avrebbe desiderato cogliermi all' impensata| per far meglio quella scena che or ora vi dirò. Finse di non avermi veduto e venne innanzi sbadato| col naso al vento e gli occhi nel mondo della luna. Così preparato| mi passò daccanto| mi urtò| in malo modo| e mi pestò anche un piede ; il che non era punto necessario.
   ' Capii a volo| mentre vedevo le stelle.
   ' — Villano ! — esclamai| rivoltandomi.
   ' — Dice a me ? — chiese egli| fermandosi e facendomi due occhi di basilisco.
   ' — Dico a chiunque mi urta| passando| e non mi fa delle scuse ; — risposi.
   u — Sarebbe tardi| per farne| dopo quello ohe ha detto. La sua ora?
   ' — Quella ohe piacerà ai suoi incaricati. Dove li troverò?