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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   non so bene che diavol sia| la palla è strisciata fuori| solcando la pelle| enfiando la parte lesa| ma non facendo altri guasti. Quanto al piombo dell'a-versario| ho sentito du« nespole fischiarmi molto vicino alla testa| una sotto il naso| l'altra rasente all'orecchio: delle altre due non so; forse han fatto gazzarra| come tre delle mie.
   'Dopo lo scambio dei proietti| i padrini ci hanno riconciliati. 11 mio piede avrebbe voluto protostare; ma io gli ho imposto silenzio. Non si sospetti| gli dissi| che tu abbia delle imperfezioni o degli indurimenti cutanei. E strinsi la mano del conte di Salverana ; il quale mi ha detto : ' Perdonate| signor Sormani| la forma della provocazione. Era l'unica che io potessi trovare| per non far peggio. Mi pareva di essere stato preso in giro| e volevo sfogarmi con qualcheduno. La sorte è stata per voi| sul terreno. Credete pure che me ne rincresce un pochino. Ma il lagnarsi non giova| e l'uomo di spirito deve sapersi adattare a ciò che non gli fu dato di cambiare. Addio| dunque; sans rancune| et bonne chance.
   ' Cosi mi ha parlato il degno gentiluomo| con una sincerità di buon gusto. Ed eccomi qua| confortato dal suo augurio esotico. Mi gioverà esso con voi ? Qualunque sia l'evento| voglio parlarvi sinceramente ancor io. Vi ho salvata da un cattivo passo| presentandomi alle genti come l'ac-Barrii.i. La Castellana. 22