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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 345 —
   provvide. Pensate| e lavorate con calma. Qui siete un fratello| per ora. Non voglio ohe vi tormentiate lo spirito. Me lo promettete?
   — Lo prometto.
   — E ancora| non penserete a fuggire ?
   — Che idea!
   — L'avete avuta. Io ve l'ho letta negli occhi. A buon oonto| il signor Gaione mi farà la grazia stasera| e le altre che seguiranno| di dormire nella Torre della Guardia.
   — Per che fare?
   — Per farvi la guardia| bambino ! —
   Doro arrossì| da quel bambino ohe era; ma non potè trattenersi dal ridere.
   Così quella serata| così altre serate passarono| fraternamente serene. Ma le giornate non erano così calme| poiché mancava allo spirito eli Doro Beltrami l'amorosa vigilanza degli occhi di Flaminia. I dubbi tornavano tutti| si moltiplicavano nella testa del giovane. Egli sentiva la sua sciocchezza| ma non poteva vincerla in nessun modo; temeva sempre di esser mal giudicato| o da lei| o dal mondo. Frattanto| lavorava : l'Ester era quasi finita ; ma egli non osava pensare a metter su la Giuditta.
   Finalmente| cinque o sei giorni dopo la sua grande giornata| gli giunse una lettera del conte di Salverana.