- 345 —
provvide. Pensate| e lavorate con calma. Qui siete un fratello| per ora. Non voglio ohe vi tormentiate lo spirito. Me lo promettete?
— Lo prometto.
— E ancora| non penserete a fuggire ?
— Che idea!
— L'avete avuta. Io ve l'ho letta negli occhi. A buon oonto| il signor Gaione mi farà la grazia stasera| e le altre che seguiranno| di dormire nella Torre della Guardia.
— Per che fare?
— Per farvi la guardia| bambino ! —
Doro arrossì| da quel bambino ohe era; ma non potè trattenersi dal ridere.
Così quella serata| così altre serate passarono| fraternamente serene. Ma le giornate non erano così calme| poiché mancava allo spirito eli Doro Beltrami l'amorosa vigilanza degli occhi di Flaminia. I dubbi tornavano tutti| si moltiplicavano nella testa del giovane. Egli sentiva la sua sciocchezza| ma non poteva vincerla in nessun modo; temeva sempre di esser mal giudicato| o da lei| o dal mondo. Frattanto| lavorava : l'Ester era quasi finita ; ma egli non osava pensare a metter su la Giuditta.
Finalmente| cinque o sei giorni dopo la sua grande giornata| gli giunse una lettera del conte di Salverana.