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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   - 347 —
   tieri una somma| per innalzarle una statua| senza pregiudizio d'un busto al barone Droneri dal Ceppo.
   — .Bene! la sposi presto! — diss'ella a Doro| restituendogli il foglio. — Scrivetegli| ringraziando e congratulandovi; insistete sopra tutto perchè vi dia l'annunzio ufficiale della sua felicità. Capirete bene: come suo discepolo| avete l'obbligo di mandargli il vostro presente di nozze. Intanto| finite voi gli affreschi| signor Doro; ne siete capace ! — soggiunse ella| con accento malizioso| ripetendo una frase del conte.
   — Oh| signora!...
   — Come ? che vuol dir ciò ? Neanche oggi ammetterete di esser voi il pittore?
   — Non ho mai negato di esser pittore; — rispose Doro sollecito. — Ho aiutato il mio principale ; ho lavorato sotto la sua guida. Risponderei male alla sua benevolenza| se volessi dire o far credere dell'altro.
   — Basta| basta| non andate in collera| bambino.... e fratello ! —
   Flaminia aveva capito che tra sè e il suo futuro padrone e schiavo ci sarebbe stata sempre la nube| d'un segreto. Piccola nube| del resto| e che permetteva di veder le stelle attraverso. Infine| perchè dolersene ? Non è bello che un uomo sia onesto e leale| anche a risico di parere un po' semplice ?
   Un mese dopo| anche la Giuditta era finita| e