Atto ter/,»
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Ans. Credo anch'io ch'ella 1 sia così.
Già. Ne dubito ancora io.
Pan. Qua ghe voi resoluzion. Vorla che mi ghe fazza da fattor, da spendidor, da mistro de casa, 2 senza vadagnar un soldo, e solamente per l'amor che porto a mia fia, a mio zenero, e a tutta sta casa ?
Già. Lo volesse il cielo.
Ans. Non mi levate le mie medaglie, e per il resto vi do amplissima facoltà di far tutto.
Pan. Do righe de scrittura, che me fazza arbitro del manizo e dell' economia della casa e m'impegno che in pochi anni la se vederà qualche centener de zecchini; e criori ghe ne sarà pochi.
Ans. Fate la carta, ed io la sottoscriverò.
Pan. La carta no ho aspettà adesso a farla; xe un pezzo che vedo el bisogno che ghè ne giera. Gh' ho da zontar 1 do o tre capitoletti, e credo che 1' anderà ben. Andemola a lezer in tei so mezzà 5.
Ans. Non vi è bisogno di leggerla. La sottoscrivo sen-z' altro B.
1 ella per la è pleonasmo, ed è una preziosità letteraria che stona nello stile semplice e piuttosto 3isadorno del Goldoni.
2 Vuol lei che le faccia da fattore, economo, maestro di casa ? — Ecco Pantalone che con finissima arte s'installa pacificamente nella casa del conte Terrazzani.
3 gridi, schiamazzi.
4 aggiungere — I due o tre capitoletti che mancano, forse son nati nella mente di Pantalone, assistendo al pandemonio di prima; e forse, chi sa ?, riguardano Colombina e i consiglieri...
5 mezzà (da ammezzato o mezzanino) si usa ancora a Venezia per indicare lo studio dell'avvocato o del notaio e si usava pure per indicare il luogo dove i mercanti ricchi tenevano il loro banco.
>6 Si vede come il Conte conservi fino all'ultimo il suo carattere pigro, distratto: il minor pensiero la casa. Prima dice: Fate la carta; ora che la carta è fatta, vorrebbe firmarla senza leggerla. Ma Pantalone questa volta opera come un curatore di fallimenti, con tutte le formalità di legge.