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La famiglia dell' antiquario
Pan. Secondo, che Pantalon abbia da provveder la casa di detto conte Anselmo di vitto e vestito a tutti della casa medesima.
Dor. Ho bisogno di tutto, che non ho niente di'buono.
Pan. Terzo, che sia in arbitrio di detto Pantalon di procurar i mezzi per la quiete della famiglia, e sopra tutto per far che stiano in pace la suocera e la nuora di detta casa.
Isa. E impossibile, è impossibile.
Dor. È un demonio, è un demonio.
Pan. Quarto, che nè l' una nè l'altra di dette due signore abbiano d' avere amicizie continue e fisse, 1 e quella che ne volesse avere, possa essere obbligata andare ad abitare in campagna.
Isa. Oh ! questo è troppo !
Dor. Questo capitolo offende la civiltà. 2
Cav. Questo capitolo offende me. L'intendo, signori miei, l'intendo ; e giacché vedo che la mia servitù colla signora Doralice si rende a voi molesta, parto in punto, mentre 3 un cavaliere ben nato non deve in verun modo contribuire all' inquietudine delle fa-
1 Arguta definizione del serventismo dei cavalieri. Si vede che Pantalone non ha consumato la vita nel mezza, ma da bravo cor-tesati ne conosce anche le finezze e le arguzie. Non sempre però è stato così; nell'Uomo prudente, vistaci la casa in balìa dei cicisbei, chiama la moglie e le dice : ' O smettere o finir la vita tra quattro mura „ ; e poi all'orecchio del Cavaliere : ' O andarsene e tacere, o perire in un trabocchetto o di una scoppettatu alla schiena, quando meno ve 1' aspettate „ . E dire che a' tempi del Goldoni quello dei cavalier dameggiami era un mestiere rovi -nato; ma vi era un tempo in cui oltre alle dame, la bottegaia, la rivendugliola, la conciateste preferivano piuttosto star senza pane che senza servente. Cfr. Malamani, Il settecento a Venezia, p. 98.
2 la convenienza, gli usi sociali.
* Poiché... — In questo senso poco corretto è frequente nella prosa del G.