Atto terzo
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che diverte; le due dame non hanno la fronte limpida e l'occhio sereno. Si respira nel palazzo magnatizio un'aria irritante, avvelenata : non c'è a ricreare il cuore che il sorriso umanamente bonario e simpatico di Pantalone e il riso squillante e aperto del Conte, che ha il gesto largo dello sprecone, l'allegria spassosa dell'incosciente, l'occhio distratto del mattoide, con l'idea fissa delle medaglie e il tic abituale della parola ripetuta. Caricatura stupenda del collezionista fanatico, direi quasi caricatura enorme, che giunge talvolta fino al grottesco, e che mostra da capo a fondo una concretezza artistica, una coerenza psicologica ed estetica meravigliosa.