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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Vendo
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   politico militare della grande Repubblica e ben presto chiamati a godere del diritto romano; e per tutto il periodo che dalla conquista, o meglio assimilazione, a\venuta due secoli av. C. lino alla caduta dell'Impero, la storia civile della Venezia non è che la storia delle istituzioni romane. Fra le città venete primeggiò allora Padova, che fu il più illustre municipio della regione e che ai tempi ili Augusto contava oltre 500 cittadini inscritti all'ordine equestre, discendenti, fu detto, dal trojano Vntenoie. upuleja, che nei tempi del basso Impero fu certamente la più cospicua città della regione, tanto ila essere chiamata una seconda Stenta, venne fondata intorno all'anno 1S1 avanti C. e raggiunse in breve, per splendore di matta mentì — dei q via li rimangono tuttodì grandi vestigia— per ricchezza di commerci, per densità di popolazione, la più alta rinomanza. Altinium ed Atria erano pure in quel periodo due centri importanti di commercio e di navigazione. Dalle notizie che si possono desumere dagli scrittori del tempo, dalle lapidi, dai monumenti giunti tino a noi, si può facilmente arguire che per la regione veneta il periodo romano fu dei più fortunati e prosperosi. La sola enumerazione delle ricchezze distrutte e saccheggiate da Attila e dai suoi ad Aquileja ne può fornire l'idea. I guai cominciarono colla decadenza dell'Impero, non più capace di contenere alle frontiere sterminate le orde barbariche che, cupide di conquiste e spinte da ineluttabili leggi etniche, politiche e sociali, vi si affollavano minacciose, studiando il momento di infrangerle per precipitarsi sul inondo romano, il mondo, allora, della civiltà, della ricchezza, della maggiore felicità umana. Le invasioni barbariche, sboccanti dalla Tracia, dalla Pannonia, dalFlihna nell'ubertosa regione veneta, vi portarono ben presto la rovina, la distruzione, la morte. Alarico coi Goti dapprima, indi Attila cogli Unni, furono i due maggiori flagelli toccati alla regione; spezialmente l'invasione unnica, della quale fu vittima massima ed illustre Aquileja.
   Dalle-invasioni barbariche, nel precipitare dell' Impero romano, ebbe origine un nuovo ordine di cose, che ebbe poi nei secoli susseguenti capitale influenza nei destini della regione ed è l'immigrazione di un gran numero di abitanti delle minacciate città e delle devastate campagne nelle isolette della laguna, coprenti per una vasta estensione l'estremità settentrionale del golfo adriatico. Che queste isole, prima delle invasioni barbariche e prima che vi accorressero a scampo da tanto flagello in largo numero gli abitatori della terraferma, fossero totalmente deserte, come da taluno fu asserito, non è ammissibile, data la già sviluppata tendenza dei Veneti litoranei alla navigazione, alla grande pesca, ai traffici transinarinì; ed ó ormai ritenuto con validi argomenti che prima ancora delle invasioni barbariche le isole lagunari — le maggiori in ispecie — erano centri abitati di operosa ed ardita gente di mare.
   Il largo flotto di popolazione immigrata nel periodo delle invasioni trasformò, necessariamente, la primitiva popolazione delle isole, dando origine ad una nuova, e per le varie attitudini più complessa società, dalla quale \enne e si sviluppò quella Venezia di' ebbe parte sì profonda e gloriosa nella storia, non solo d'Italia, ina dell'Europa civile, dai bassi tèmpi fin quasi al secolo passato.
   Quando alle invasioni dei barbari che passavano sul mondo romano e nella parte più ricca e civile ili questo, l'Italia, come torrenti impetuosi straripanti, successero i conquistatori, non meno barbarismi più politici dei primi, che posero fine alle ultime traballanti e superstiti forme del romano Impero d'occidente, come Odoacre e Teo-dorico, i Veneti abitatori della laguna avevano in certo modo affermata e consolidata la loro esistenza autonoma ed indipendente, dappoiché ne fa fede la celebre epistola ili Cassiodoro, prefetto del pretorio per il re Teodorico, diretta uì tribuni dei marittimi, documento — a parte lo stile tronfio, ampolloso della corrotta latinità nel quale fu dettato — importantissimo: perchè addita la condizione tisica e la materiale e il crescere dell industria di questa risorgente regione dell'allora desolata Italia. Cassiodoro, scrivendo a nome del re, ilice le isole della laguna ripiene di nobili, locchè equivale a tigli o