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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   (i
   l'arte Seconda — Alta Italia
   qualificò i Cisalpini < per i migliori e più virtuosi cittadini della repubblica > e come l'iato, l'uccisore di Cesare, al quale i Milanesi votarono una statua nel fòro ed a cui tributarono onori anche dopo la di lui sfortuna.
   Compresa per la guerra sociale, alla quale validamente contribuì, nel diritto italico, l'Insulina o Gallia Cisalpina fu da Giulio Cesare dittatore (a. 49 a. C.) investita della cittadinanza romana, ascrivendone le principali città alle più importanti tribù di 1 ioni a, onde avessero voto ne'comizi per la elezione de'magistrati e nelle decisioni di grave momento per la repubblica.
   Nel periodo dell'impero la Gallia Cisalpina restò sotto la nominale tutela del Senato romano, governandosi ogni municipio da magistrati propri! colla ingerenza de' consoli
   0 degli altri magistrati romani: ed è questo un periodi di ricchezza e di splendore per la regione insubre, che può dirsi la privilegiata frale provi nei e romane: ed mi cittadino della sua metropoli tocca la suprema dignità dell'impero sterminato, mentre la sede di questo si alterna, a tempo, fra Roma decadente e Milano sorgente agli splendori di una seconda Moina.
   Nella catastrofe dell'impero e col susseguirsi delle invasioni barbariche la regione insubre — che nella confusione de' tempi aveva perduto il nome di Gallia Cisalpina ebbe molto a soffrire, percorsa come fu da Unni, da Ostrogoti, da Kruli, da Vandali, da barbari di ogni specie e provenienza, irrompenti come torrenti di lava distruttrice, entro la cerchia agognata, oltre la quale, da tanto tempo, il gran nome e la potenza di
   1 ionia li aveva contenuti.
   Poi vennero i (ioti, e raffermatosi il lor regno colla capitale a Ravenna prima, ed a Pavia poscia — perchè Milano distrutta da Attila non presentava sufficiente baluardo al nuovo conquistatore - si desta nella regione insubre, pili potente che non altrove, il sentimento della romanità, l'abbon'unento per il regno militare dei Goti e l'aspirazione alle forme romane, di cui era rimasto fortemente il ricordo, potente il desiderio.
   Onde, quando Giustiniano, imperatore d'Oriente, presunto continuatore e restauratore della tradizione romana, mandò prima Melina rio, poi Narsete alla riconquista d'Italia contro i (ioti, fu grande lo slancio col quale la spedizione bizantina venne quivi accolta, nella speranza che dal trionfo di essa dovesse risorgere a nuovo l'impero romano d'Occidente. Perciò la reazione feroce dei (ioti, che, sentendosi in terreno ognor pili ostile, scesero a rappresaglie inaudite, fra cui memoranda e terribile rimarrà, sempre quella compiuta da Uraja, nipote al re goto Vitige, su Milano.
   GÌ'intendimenti della Corte bizantina frustrano ogni speranza degli Italiani. Non fi la risurrezione dell'impero d'Occidente che si vuole a Iìisanzio: ma fare dell'Italia ima pnnincia di conquista, da sfruttare a totale benefizio degli imperatori d'Oriente. Olinoli i due esarcati bizantini, di Ravenna e di Siracusa, l uno con giurisdizione in tutta l'Italia superiore, e l'altro nella inferiore e nella Sicilia, non funzionano se non come pompa assorbente di ogni ricchezza latina a prò' di Bisanzio.
   Non è lungo per fortuna, il periodo della snervante signoria de' Bizantini nell'Italia superiora Narsete, l'eunuco richiamato al gineceo, per vendetta attira sulla terra ila cui egli aveva cacciato i (ioti il fiotto della irruzione longobardica; non di un esercito, ma di una intera nazione, che dalla Pannonia, trista ed uggiosa, precipita volentieri sulle prospere e verdeggianti terre italiche.
   La conquista de' Longobardi è delle più caratteristiche, delle pili validamente organizzate, che la storia ricordi. Non e l'impeto distruggitore di ogni cosa col ferro e col fuoco degli Unni di \ Itila, non la tinnì,ma militare dei Goti di Teodorico, che si poggia tutta sulla fortuna delle armi, ma è la calcolata, studiata impresa del capo di un popolo che conduce il suo popolo a nuovi destini e vuole in quelli totalmente assicurarlo. Per questo, Alboino, che fu il condottiero dei Longobardi in Italia, ci appare