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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   /l'JO
   l'arte Seconda — Alta Italia
   touristes nostrali o forestieri, che trovandosi in Milano non disdegnano di fare una punta lino a Monza, per visitarne l'insigne basilica di Teodolinda e l'altre rarità storiche, artistiche, delle quali la graziosa ed indnstre città va giustamente orgogliosa.
   CENNO STORICO
   Sulle origini, certo antichissime di Monza, come sulla etimologia del nome di questa città, hanno e lungamente discusso storici e scienziati de'più insigni, in ogni tempo, senza per questo riuscire a mettersi completamente d'accorilo.
   Che la zona nella quale ora sorge la popolosa ed industre città fosse popolata anche ne' tempi de' quali non si ha alcuna nozione storica, è provato dalla scoperta di urne cinerarie, fatta nel 18S8-S9 dal prof. Pompeo Castelfranco sui fondi Meregalli e Pel-gioioso; urne, secondo la illustrazione pubblicatane dallo stesso erudito paleontologo, appartenenti al medesimo strato archeologico di quelle scoperte in Coarezza (Somma), Castellazzo della Rogorea, Crescenzago (Pettolino), cioè al popolo della palafitte occidentali. Questa scoperta trasporta i primi abitatori della plaga monzese ad un'epoca nella quale ogni lume ili storia è spento ed in cui il tempo si misura non ad anni ed a secoli, ma a periodi ili secoli e ili migliaia (ranni.
   Dall'epoca alla quale si riferiscono le tombe trovate dal prof, Castelfranco, bisogna fare un immenso salto nel buio per giungere alla lapide romana trovata in Monza sulla fine del secolo scorso in vicinanza della basilica di San Giovanni Battista, dal conte Ercole Silva, che ne era proprietario, e che per molto tempo la tenne nel suo giardino in Cinisello, donandola poi al Municipio, che la conservò nel piccolo museo archeologico della città. Questa lapide è cosi concepita:
   ìiEneuu
   modicia vhs .... joven.
   Il Mominseii, nel suo eruditissimo Corpus Inscrìptionum Latinarum Mmticiiiorum, basandosi anche sulla autorità di Paolo Diacono, nella spiegazione (die dà a questa iscrizione vorrebbe dedurne la etimologia del nome di Monza, luogo già consacrato ad Ercole, respingendo l'ipotesi sostenuta dal Cluverio e da altri, affermanti che il nome antico di Monza fosse Moguntia o il fognatici, sotto il qua! nome egli non vuole riconoscere che la Magonza germanica.
   Gli eruditi nostrali cominciando dal Borda e dal Frisi, accettarono prima del Moniinsen, 1 ipotesi che il Modicia (lolla lapide fosse il nome primitivo di Monza; e tradussero l'iscrizione così; « Monza, tributa ad Ercole feste giovanili ». Ma il Canai ed il Labtis, con maggiore semplicità e verosimiglianza, interpretano, il primo: « Modicia, moglie di Festo Giovenio, dedica un'ara ad Ercole», l'altro: < hferculi. Modicia . Festi. Joventm Ad Ercole, Modicia moglie di Festo Giovenio » — respingendo con ciò l'ipotesi che la parola Modicia potesse — per quanto ila altri usata, più o meno corrottamente in vari tempi — significare il nome della città.
   Altre lapidi di Caio e di Lucio Sertorio, che pur si trovano nell'atrio del palazzo comunale in Monza, portano il nome di Magnolia e 11011 quello di Modicia.
   Maguidiaei sono più volte dettigli abitatori di questa plaga,nel periodo romano: il che farebbe avvalorare la supposizione che costoro fossero reduci dalle guerre germaniche, veterani della colonia ili Maguntia (Mainz, Magonza) sul Reno, ritornati in patria, e quivi mandati da Ottaviano Augusto in onorevole riposo. Le lapidi rinvenute nel territorio monzese, del periodo romano, parlano tutte di gente che ebbe cariche e qualità militari; la famiglia Sartoria fu di gente pugnace per eccellenza; il Cajo della citata lapide è un veterano della XVI legione; Lucio Sertorio, ascritto alla tribù Oufentina o milanese, è un vincitore di Nkldeh; Quinto Andasio, un sestoviro; le