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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Seconda — Alta Italia
   Rosoni, Montebretti, Felloni, Buzzelli, contro lo quali stavano i Gavazzi, i Zevi. i Ore» niosani, i Pizeiii, i Guaite ri, i 'Popolili. guelfi — non volendo assistere ad un inevitabile scempio della patria l'abbandonarono, riparando a Como ed altrove.
   La rivincita dei Giti beli ini, già prevista, non si fece attendere. Lodrisio Visconti, capitanandole forze di questi, si portava sotto Monza intimandone la resa. I.uzzino Gavazza, che in quel trambusto s'era arrogata la suprema autorità della patria, sperando anche in promesse non mantenute d'aiuto dai Guelfi di Lodi e di altre città, oppose Un rifiuto dicendo, che mai avrebbe ceduta la città al partito avverso. Allora cominciarono le operazioni militari, e dopo inefficace resistenza Monza fu presa il
   10 novembre 1322, e per tre giorni abbandonata al saccheggio delle soldatesche di Lodrisio, che 11011 risparmiarono sfrenatezze nè violenze a danno dei cittadini. Tegnacca Pallavicino, capo dei Guelfi, fatto prigione, se volle colla libertà salva la testa, dovette pagare a Lodrisio 1200 fiorini d'oro. Lodrisio fece smantellare i bastioni della città dalla porta di San Biagio tino al Lambro onde, dal lato di Milano, Monza non avesse più difesa alcuna. Il Buonincontro Morigia ha lasciata una lunga pietosa descrizione di questo disastro toccato alla sua patria, verso la quale egli assunse delle intonazioni da ( ìereniia inascoltato.
   La fazione viscontea andava riprendendo terreno: Galeazzo Visconti fatto rientrare
   11 9 dicembre in Milano dallo stesso Lodrisio, vi era di nuovo proclamato signore il 29 dello stesso mese, e subito pensò a premunirsi contro le arti dei Guelfi e la crociata che Bertrando del l'oggetto, legato pontificio e cardinale, da Piacenza e da altri luoghi andava suscitandogli contro. E nel febbraio 1323 è costretto a mandare Marco e Luchino suoi fratelli ad opporsi ad un forte esercito di 4000 cavalli e 12,000 fanti, che Bertrando del Paggetto aveva radunato e gli mandava contro per la Geni d'Adda, sotto d coniando di Simone Crivelli e Francesco da Garbagnate. I due eserciti si incontrano al guado di Bagnia a due miglia sopra 'Prezzo, ed avvenne una lotta accanita, risoltasi colla rotta dei Guelfi e la prigionia dei loro capitani. Il Crivelli ed il Garbagnate furono tratti davanti a Marco Visconti, che preso da uno di quegli impeti di furore che erano in lui frequenti — vivamente dipinti nel celebre romanzo di Tommaso Grossi — li trafisse entrambi colla sua spada gridando : < Viva la Chiesa e muoiano i traditori della patria! >.
   Il successo momentaneo 11011 illuse Marco sulla resistenza delle sue forze: onde stimò opportuno ritrarsi poco dopo a Milano, lasciando sguarnita anche Monza, che dopo Cassano, Vaprio e 'Prezzo, venne di nuovo occupata dai Guelfi capitanati da Gastone de' Gastoni, nipote allo stesso cardinale del l'oggetto, banditore aniente della crociata contro i Visconti. Quivi primo ufficio loro fu di dare onorevole sepoltura, nella basilica di San Giovanni Battista, al loro capitano Francesco da Garbagnate.
   La cronaca del Morigia si estende a narrare minutamente tutte le vicende di quell'anno, per Monza poco fortunato, nel quale la città, soggetta alle soldataglie sediccntisi guelfe e mal raffazzonate dal furibondo cardinale del l'oggetto, soffriva d'ogni sorta di sopercliierie, tanto che molti dei Guelfi e degli stessi maggiorenti 111 tale partito l'abbandonarono, rifugiandosi 111 Milano e chiedendovi protezione allo stesso Galeazzo Visconti. 11 Morigia narra inoltre delle frequenti risse che avvenivano fra i soldati dei Guelfi, e ili una vera battaglia, avvenuta il 7 aprile 1323 nella piazza di Pratogrande (ora piazza Mercato) fra varie compagnie dello stesso esercito.
   Cionondimeno i Guelfi, che avevano fatto di Monza il loro quartier generale, tentarono di prendere Milano per assedio, stringendolo dalla parte di porta Comasìna ; ma Galeazzo Visconti, che si era ben provveduto di forze raccolte iu tutte le città amiche di Lombardia e di 000 militi scelti, mandatigli dal nuovo imperatore, eletto in quell'anno, Lodovico di Baviera, resistette all'assedio per oltre due mesi, dal giugno alla line di luglio, cagionando, secondo il Morigia, suo partitante, molte perdite ai Guelfi, tra