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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Milano
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 547

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Monza 5,11
   il comando dei Torriaiii, fu preso dai nobili fuorusciti pur di Milano, con grave danno e completa sconfitta dei loro nemici. Piti tardi i Comaschi si avventarono su Carato noli intento di distruggerlo ; ma la resistenza dei Milanesi che lo presidiavano mandò a vuoto quel loro proposito (128)).
   Ad Agliate si erano piantati i Gonfalonieri, famiglia delle primarie nei fasti del Comune di Milano che trasse il suo nome dal gonfalone comunale, ch'essa si era arrogato il diritto di portare nelle pubbliche cerimonie. Insieme a questo diritto i Gonfalonieri d'Agliate ebbero pur quello di incontrare per i primi il nuovo arcivescovo allorché entrava 111 Milano a prendere possesso della cattedra, di recitargli l'orazione ili saluto a nome della città, ili tenere i bastoni del baldacchino, di tenergli la stufa ed il morso della cavalcatura. Ciò non tolse clic nella metà del secolo XIII i Confa-lonieri di Agliate, e tra questi principalmente il conte Stefano, non si mettessero a parteggiare calorosamente per gli eretici fatarmi. Fu appunto Stefano dei Confali -nieri d Agliate che diede inandato ad alcuni suoi scherani di assassinare l'inquisitore Pietro da Verona, accanitosi nella persecuzione degli eresiarclii : assassinio che difatti avvenne nelle vicinanze ili Parlassina mentre l'inquisitore, con poco seguito di monaci, recavasi a Como.
   Per questo fatto, che destò granile impressione nella Cristianità d'allora e fece innalzare Pietro da Verona sugli altari, Stefano dei Gonfalonieri d'Agliate fu bandito, perseguitato, scomunicato: caduto poi in mano degli inquisitori, come incorreggibile fu consegnato al braccio secolare e condannato a morte.
   Nel la®?, durando le guerre per la successione del Ducato di Milano, nelle vicinanze d'Agliate, al ponte del Lambro, toccò una fiera battosta Gian Giacomo de' Medici, detto il Medeghinof il famigerato castellano di Musso, devastatore della maremma Italiese e della Briauza, il quale non si chetò se non quando fu da Carlo V nominato marchese di Melegnano, o meglio ancora quando morì, e fn seppellito in dnoi 110 a Milano nel mausoleo d'imitazione michelangiolesca, scolpitogli dal Leone, detto YAretino, beni Ile, nato nei pressi di Menaggio.
   In questa regione, fin dai secoli XII e XIII, fiorirono opifici per la tessitura del lino, del cotone e della seta impiantativi dagli industriosi Umiliati.
   Coli, elett. Desio — Dioc Milano — P2 T. e Tr.
   Albiate (1878 ab.). — Si trova il capoluogo di questo Comune sulla strada che da Monza va a Carato Briauza e sulla sponda destra del Lambro, in posizione piuttosto alta ed amena (233 m.), E1111 paesello grazioso, con una discreta chiesa parrocchiale e ville signorili nei dintorni, ubertosissimo in cereali, ortaggi, gelsi, frutta e viti. Per quanto l'industria agricola abbia quivi il predominio, sono tuttavia notevoli in Albiate due grandiosi opifici per la tessitura del cotone, con 101) cavalli di forza motrice a vapore e 105 idraulici, impieganti una inedia di oltre 700 operài.
   Cenno storico. — Anche ili questo Comune si hanno memorie assai antiche nella storia locale: specialmente nel periodo delle guerre comunali lo si riscontra ricordato nelle cronache monzesi. Nel 1777 la famiglia ilei conti Mellerio di Milano, che in questa regione — e specialmente al Cernette ha ricche proprietà — acquistò diritti fendali sulla terra di Albiate: diritti ch'ebbero corta durata, spazzati via, come furono, dall'aura l'innovatrice del 17')G.
   Coli, elett. Desio — Dioc. Milano — P2 ivi, T. e Tr. nella Traz. Ponte ili Albiate.
   Besana in Briauza (7010 ab ). - Questo grosso Connine è costituito, oltre che dal paese capoluogo e titolare, da alcune importanti frazioni, quali: Calò, Vergo. Cazzano, Villa Paverio, Montesiro, Valle e da numerosi cascinali e ville sparse per tutto il territorio. 11 parse di Pesami è situato su un'amena collina 1335111.) dalla quale, con pittoresco effetto, si domina tutta la regione circostante coi monti della Vallassina e di Lecco.