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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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Canton Ticino e Valli
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Quanto alla flora ci basti dire ch'essa è ricchissima: troppo lungo sarebbe il voler enumerare le molte specie, comuni e rare, di piante che allignano sulle pendici e sulla vetta di questo bel monte.
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Il territorio di Lugano e di Mendrisio, dal 1512 in poi, legato politicamente e storicamente alla Confederazione I ivetica è, da più lontane tradizioni di storia e d'avvenimenti, legato da indissolubili vincoli alla madre patria, l'Italia. I monumenti o documenti, che si voglia dire, più antichi di storia umana che si siano rinvenuti nel territorio di Lugano, appartengono al periodo etrusco e si riferiscono quindi a dieci
0 dodici secoli avanti l'èra volgare. Di tali avanzi se ne trovarono in iscavi eseguiti a Davesco, a Cadrò, a Soragno, ad Aranno, nella vai Yedeggia, alle falde del monte Ceneri. Fin qui si sarebbero spinti colonizzatori e guardiani dei passi delle Alpi, gli Etruschi. In una tomba scoperta in certi scavi praticati a Suviana si rinvenne una grand'urna in terra ed un coltello di forma celtica. A Lugano, mentre in piazza della Riforma si facevano gli scavi per la costruzione del palazzo di ©overuo, si rinvennero monete antiche, tra le quali uno slalrr di Filippo il Macedone: moneta che ebbe un periodo di larga diffusione fra le tribù galliche, come per un fatto analogo, ugualmente singolare, ora hanno diffusione e largo corso in Abissiuia, nel Sudan, in Vrabia i talleri di Maria Teresa. A Cademario, nella vallata del monte Ceneri, si rinvennero a più riprese monete romane dell'epoca degli Antonini, ed in parecchie località monete e memorie del periodo longobardo. Prova questa come il territorio luganese, fin da antichissima data, sia stato compreso nell'orbita della storia nazionale italiana.
Dall'epoca longobardica alle successive, cioè la feudale, quella dei Comuni e delle signorie, fino al principio del secolo XVI, il Luganese ed il Mendrisiotto sono intimamente e direttamente legati alle lotte ed alle vicende dell'intera Lombardia; le diocesi di Como e di Milano se ne dividono il dominio spirituale ed in parte anche il temporale, e non vi sono avvenimenti gravi a Como ed a Milano, che non abbiano o pronta o tarda la loro ripercussione anche fra queste valli. Cosi si sentono quivi pure
1 contrasti tra (iuelfi e Ghibellini, le alternative di fortuna e sfortuna, tra l'una e l'altra fazione; quivi comandarono i Rusca di Conio, indi i Visconti e gli Sforzeschi di Milano. Poi, al precipitare degli avvenimenti nel Ducato dì Milano, mentre gli Svizzeri di Uri e di Sclnvytz, con replicati tentativi, si erano finalmente impadroniti dell'alta valle del Ticino fin a Bellinzona, Lodovico il Moro, domandando l'aiuto di questi forti guerrieri, che a Morat avevano fatto stupire il mondo per l'eroico loro valore, li interessa talmente nella contesa dibattentesi colla Francia, che alla fine, dopo la disfatta di Novara, intervenne quel famoso trattato fra Svizzera e Francia, per il quale le vallate superiori del Ticino sarebbero rimaste in pegno alla Svizzera, fino a che la Francia per svincolarle non avesse pagato ai Cantoni svizzeri interessati la somma di 000,000 scudi d'oro. Al termine fissato la Francia, naturalmente, non pagò la somma convenuta e gli Svizzeri si guardarono bene dal muoverne reclamo, arcicontenti che sì bella ed importante parte di territorio restasse in loro dominio, e vi iniziarono quel governo dei baliaggi che segnò per il Canton Ticino il periodo più penoso della sua storia.
Sulla line del secolo scorso, allorché la Rivoluzione francese svegliò in tutti i popoli, più o meno oppressi, dei desideri, di libertà, anche gli abitanti dei baliaggi ticinesi scossero il giogo che da quasi tre secoli pesava sopra di loro. Due partiti si sollevarono contro la dominazione svizzera: uno voleva, senz'altro, unire il Ticino alla Repubblica Cisalpina; l'altro invece, più forte e numeroso, domandava l'ammissione dei Baliaggi nella Confederazione, come Cantone godente degli stessi diritti degli altri. In seguito alla nobile e liberale iniziativa che fu presa dal Cantone di Basilea-città, i Cantoni interessati rìnunziarono alla loro sovranità sui baliaggi; ma a questo soltanto si limitarono gli sforzi della Dieta per conservare questo territorio alla Svizzera.
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