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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Como e Sondrio
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 516

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   46.4
   Appendice
   principale, nella vai Levantina. Di queste duo valli l'una, la principale, o vai Mesocco propriamente detta, è percorsa da un rapido e copioso fiume, il Moesa, clie ha le sue origini in parte dai colatoi meridionali del ghiacciaio dell'Adula, ed in parte dai laghetti che s'incontrano presso il valico del San Bernardino. L'altra valle secondaria, detta vai Calanca, è percorsa dall'omonimo fiume, scendente esso pure dai ghiacciai dell'Adula e dall'alpe di Stabbio, sui contrafforti occidentali del monte Muccia.
   La vai Mesocco è pur percorsa da una delle più antiche e battute strade che uniscono l'Italia colla Germania centrale, la strada cioè del San Bernardino. Il valico ora detto di San Bernardino (20G3 m.), al pari di quello dello Spinga (2117 m.), era conosciuto e battuto sin dal periodo romano. Di là passarono e ripassarono le legioni di Cesare, che marciavano alla conquista dell'Elvezia e del paese allora selvoso e misterioso dei Germani. Anche nel medioevo il valico del San Bernardino, al pari di quello vicino dello Spluga, fu frequentato e battuto da eserciti, ma più ancora da comitive di trafficanti e di pellegrini che andavano o venivano dalla Germania. Per questo valico 1 Grigioni, costituiti, nel secolo XIV, in libera repubblica e forti degli antichi diritti goduti, per privilegi imperiali, fin dal secolo X dal vescovo di Coirà, cominciarono le loro incursioni sul versante meridionale delle Alpi e, profittando delle confusioni e delle disgrazie italiche sullo scorcio del secolo XV, solidamente vi si stabilirono, occupando le valli di Mesocco, di Chiavenna e l'intera Valtellina. Separata dai territori degli antichi baliaggi, diventati poi liberi Cantoni e parte integrante della Confederazione Elvetica, dagli Stati italiani, che tra la fine del secolo scorso ed il principio del nostro determinarono l'attuale geografia politica d'Italia, la valle Mesocco fu quasi, come qnantité négligeable, dimenticata da Napoleone e dai rifacitori della Carta d'Europa nel 1S15, e per non sollevare incidenti e diatribe politiche e diplomatiche, in omaggio al principio dello statu quo ante belli che si voleva far prevalere nel Congresso di Vienna, di questa valle fu lasciato e riconosciuto incontrastato dominio ai Grigioni, tenendo conto anche del fatto, che quasi quattro secoli di comunanza politica, d'interessi e di rapporti d'ogni genere, avevano stabilita una solida affinità tra le popolazioni del versante nord (Grigioni) e quelle del versante sud (Italiani) di questo territorio, in modo da consacrare usi, tradizioni ed affetti che non tanto facilmente le arti della diplomazia allora imperante avrebbero potuto spezzare. Perciò questo ramo della vai Mesocco, che per ragioni geografiche è italiano, per lingua, per razza, per abitudini ha gli stessi caratteri delle limitrofe popolazioni ticinesi, è diventato grigione e tale, con ogni probabilità, rimarrà fino a che rimarrà (ed è per molte ragioni da augurarlo eterno) l'attuale ordinamento politico della Confederazione Elvetica.
   La strada del San Bernardino, ch'ò non solo la grande arteria stradale della vai Mesocco, ma anche una delle più importanti della Svizzera, si stacca da quella che percorre la valle Leventina salendo il giogo del Gottardo, alla località di Castione, che si trova proprio allo sbocco della valle Mesocco. Tra i pittoreschi e lindi paeselli di Lumino e di San Vittore, corre segnata da insenature delle montagne e da qualche rivo (l'acqua balzante di roccia in roccia, l'ipotetica linea di confine tra il Cantone Ticino ed il Canton Grigione. Lumino è ticinese, San Vittore è grigione. Ma la differenza politica non si avverte nell'aspetto del paese e nel tipo, nella lingua, nelle abitudini degli abitanti. L'italiano sente quivi di essere se non in casa propria, in casa di stretti congiunti ; non così chi viene (l'oltr'alpi.
   Dopo San Vittore, la strada postale — sulla quale è notevole il transito o pella quale, tra Bellinzona ed il valico del San Bernardino, le eccellenti diligenze postali svizzere fanno quotidianamente tre corse ascendenti ed altrettante discendenti, senza dire delle supplementari — s'incontra la bella e cospicua borgata di Roveredo, in riden-tissima posizione, con montagne a ricche boscaglie (li castagni e di faggi a tergo; una bella chiesa dall'acuminato campanile, comodi e ben tenuti alberghi; pregio questo