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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   200 l'arte Seconda — Alta Italia
   tre, ora due, essendo scomparsa l'abside di destra per far luogo ad un moderno campanile, troviamo gli archetti, la corniciatura e le lesene quali si riscontrano in monumenti dell'XI secolo e in quelli del susseguente. Così vediamo pure ancora alcune delle finestrelle a feritoia e strambate, e nell'interno, cli'è a tre navate, a forma basilicale, abbiamo lesene, pilastri, corniciature, paraste, capitelli, il tutto nella caratteristica architettura longobarda o romano-lombarda. Sebbene non possa credersi fondata nel 733, pure la costruzione della piccola basilica di San Marcello di Montalino risale a grande antichità, sembrando concessa insieme al suo territorio nell'anno 943 da Ugo e Lotario re d'Italia al vescovo di Pavia e a questi confermata, nel 977, da Ottone II imperatore. LTgo marchese e la sua consorte Gisella donano poi ai vescovi di Pavia, nel 1029, tutto il territorio da essi posseduto a Montalino e nei dintorni, e che avevano comperato, nello stesso anno, dal diacono Gerardo, e pare non fosse compreso nelle donazioni del 943 e del 977. Nel 1164, per privilegio dell'imperatore Federico Barbarossa e nel 1191, per conferma dell'imperatore Enrico VI, Montalino colla sua chiesa e, come vedremo, assieme a Stradella, venne compreso nel distrotto di Pavia, senza danno dei diritti feudali sulla signoria spettanti ai vescovi di Pavia, che li tennero lungamente, prediligendo sempre la basilica che ue era il centro. La chiesa di Montalino aveva proprio clero che, verso la metà del secolo scorso, scese a Stradella, ove si unì con quello celebrante nella più moderna chiesa parrocchiale (1).
   Dalla chiesa di Montalino, per un sentiero volgente a settentrione, si sale, in meno di mezz'ora, alla famosa rocca di Montalino, detta anche llocca di Stradella, avanzo benissimo conservato della dominazione feudale. La rocca di Stradella, qua! è ora, consta di un massiccio fabbricato con un torrione mozzo, serbante tuttavia l'impronta della ferrea e cupa niedioovalità da cui ne venne. Ha nell'interno vasti stanzoni, ma — in luogo ove tutto è sole e luce — malamente illuminati dalle finestre anguste, attraversate da robuste spranghe di ferro: ha sotterranei, trabocchetti e fossato. Sorprendente è il panorama che si gode dalla rocca di Montalino, lo sprone più avanzato del Subapennino, verso la gran pianura lombarda, nel mezzo della quale placido scorre, nell'immensa sua striscia ceruleo-argentina, il Po; ed al di là del fiume s'alzano sull'orizzonte le cupole e le torri di Pavia, le guglie candide del Duomo di Milano e dietro questo si vede sorgere tutta la sfilata delle Prealpi Or obi e e Coniatine, sopra le quali torreggiano imponenti i colossi della catena centrale delle Alpi. Come nelle donazioni di Ugo, Lotario e di Ottone II era compresa la formidabile Fiocca di Monta-lino, così colla donazione di Ugo marchese e di Gisella sua consorte era assai ingrandita la signoria, dalla fortezza di Montalino protetta e difesa. Così essa, sebbene forte e munita, ebbe a subire nel medioevo non poche e funeste vicissitudini e le sue poderose mura spesso vennero assalite dai nemici del tranquillo e benefico dominio dei vescovi eli Pavia. Infatti, nel 1214 e subito dopo nel 1216, è assalita e rovinata dai Piacentini collegati coi Milanesi contro ì Pavesi, che vi si erano rafforzati, pare, usurpando i diritti vescovili. Nel 1357 i soldati del conte Laudi devastano il castello di Montalino, e nell'anno seguente è fieramente assalito dai Vogheresi, come, nel 1362, fecero i Monferrini; finché, dopo tanti danni, ridotto quasi in rovina, venne fatto restaurare, munire e rinforzare, nel 1373, per ordine di Gian Galeazzo Visconti signore di Milano, forse più che altro a meglio assicurare il principato anche in queste parti. Qui attorno sempre addestrandosi in continui armeggiamenti i Beccaria, i Dal Verme, i Gainbarana, i Laudi, i Visconti, i Monferrini, i Pavesi, i Piacentini,, i Milanesi, i Voghe-resi, quali Guelfi, (piali Ghibellini, arrossando tanto spesso di sangue fraterno il patrio
   (1) Gin vorrebbe avere maggiori notizie storielle sulla interessante basilica di Montalino e la sua descrizione, potrebbe consultare il lavoro del conte cornili. A. Cavagna Sangiuliani, La Basilica di San Marcello in Montalino, Pavia, Premiata Tipografìa Fratelli Fusi, 1893, con quattro tavole.