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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Valli del versante lombardo appartenenti all'Impero austro ungarico
   5(J5
   Il Sarca, scendente dai ghiacciai della Lobbia c del Mandroue nel gruppo dcll'Adaniello per le valli di Genova, di Rendena, Stenico nelle Giudicane e che si getta nel lago di Garda per ampia foce fra Riva e Tortole, è il fiume principale della regione. Esso vi riceve, oltre degli emissari del lago di Tohlino e dei colatoi della conca di Vezzano, l'emissario del laghetto di Cavedine, il torrente di Ceniga ed altri corsi di minore importanza.
   A questa regione va assegnata la parte supcriore del lago di Garda, che a quasi 0 chilometri da Riva di Trento, tra la insenatura di Colcader sulla sponda bresciana e quella di Val Mazza sulla sponda veronese, è, da una ideale linea di confine, tagliato in segmento di peitinenza politica dell Impero austro-ungarico.
   Hai due punti di confine fin presso a Iìiva di Trento le due sponde del lago sono l'ormate da alte e pressoché inaccessibili rupi, fra le quali soltanto s'apre qualche fenditura a lasciar cadere precipitose le acque d'un torrente. Cosi è della valletta di Novene sulla sponda veronese od orientale, della cascala del Fonale sulla sponda occidentale o bresciana. La cascata per la quale il Fonale, emissario dell'or dianzi descritto lago di Ledro, precipita nel Garda, è fra le più belle e copiose di questa regione. 11 suo salto, da un'altezza vertiginosa, fra dirupi muscosi di qualche centinaio li inetri, è sempre, ma in ispecie nelle epoche di piena, d'un effetto straordinario e meraviglioso. Manda un fragore assordante e ad una certa distanza talvolta ricorda il rumoreggiare conlimio dei tuoni clic precederono la tempesta,
   A piedi della cascata del Ponale, in Iti piccolo spiazzo formatosi coi detrilì trascinati dal torrente, sorgeva — prima che fosse aperta la strada carrozzabile tra Riva e la vai di Ledro — un piccolo villaggio di pescatori e mulattieri. l)i là, per un falicoso sentiero scavato nella roccia, si saliva sull'orlo della valle, a più di 300 metri sul livello del lago. Tra Riva e questo paesello era continuo il traffico delle barche. Cessato questo coll'apertura della bellissima strada, della quale più avanti discorreremo, quell'ingrato soggiorno fu abbandonato e le povere casipole, corrose dal tempo e dall'umidità, cadono in rovina.
   Girato lo sprone di Ponale, per clu percorre in piroscafo il lago di Garda, s'affaccia d'un tratto, come un colpo di scena inaspettato, la meravigliosa conca di Riva. Meravigliosa é, senza esagerazione, la parola più appropriata per qualificare questo sorprendente lembo di bacino lacustre, dominato ad occidente dal monte Oru(lG58 in.), nello sfondo da tutta una serie indescrivibile di punte ; ad oriente, dalle poderose propaggini settentrionali del monte Baldo, nel mezzo delle quali, lambita dolcemente dal lago, fiancheggiata dalla caratteristica collina fossilifera del monte Iirione (301 in.), lasciando intravvedere a suo tergo le delizie della verdeggiante conca archese, sorge Riva di Trento, dopo IJeseuzano il porto di maggior traffico del lago di Garda ed il paese più importante di tutta questa parte di territorio austro-ungarico.
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   Riva di Trento e oggidì una piccola e puliti cittadina, che, nell'interno suo, nelle vie, negli edilizi, nel sistema di vita dei suoi abitanti, mostra di esser in un punto dove la Lombardia muore e la Venezia nasce, ed lui un carattere misto tra il lombardo ed il veneto, con prevalenza, se vuoisi, di veneto e di veronese in particolar modo.
   La città dell'oggi, capoluogo di un I. I!. Distretto Capitanale, ha ben poco clic ci parli della Riva dei tempi remoti, della città lacuale, dell'epoca preromana, quando era già porto e centro di quei misteriosi Benacensi dei quali tanto hanno favoleggiato gii. scrittori antichi e poi della Riva sede d'una colonia prosperosa della tribù Fabia, emporio del traffico del lago con le valli da cui è circondata. Una lapide murata nell'atrio del Pretorio, attestando della pertinenza di Iìiva alla tribù Fabia, ci insegna anche die Riva possedeva come l'aulica Aulica (Peschiera) all'opposta estremità del lago, un Collegio di nocchieri « Questo Corpo — scrive il Filiosi nelle sue Memorie storiche dei Vendi — possedeva dei fonili, riceveva legati da testatori, col peso ili annue cerimonie religiose sui loro sepolcri. Non è dubbio che sul lago vi dovesse essere allora gran commercio o navigazione. Iiiternavaiisi sino addentro alle Alpi della Rezia, per cui con facilità le derrate della pianura portavano per acqua ai popoli alpigiani che ne scarseggiavano; potevano pure andar là a prendere il ferro per le fabbriche d'armi che in Mantova esistevano ed in Verona; in quella cioè d'
   235 — S,a Patria, voi. 11.