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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Valli del versante lombardo appartenenti all'Impero austro ungarico
   5(J5
   Girata la punta del monte Grimi la strada tocca la stia altezza massima, circa 500 metri; poi comincia a discendere in pendio dolce giungendo a Cadine, ultimo Comune di questo versante. Avanti di arrivare a Cadine il paesaggio si trasforma, la vallata di nuovo si restringe in modo straordinario: lasciando vedere davanti a sé una gola stretta tanto che pare debha finire in una sola muraglia di macigno eretta da una tribù ili giganti per sbarrare a chiunque più oltre il passaggio. Quella gola è il Ruco di Vela, l'angustissimo passaggio tra la valle del Sarca e la grande vallata dell'Adige. Cadine è un ameno paese, sorgente in una piccola e verdeggiante conca. È luogo strategico di grande importanza e le storie trentine ne parlano sovente per le fazioni che vi furono tenute ed in ispecie per la sanguinosa disfatta inllitta da Odcrico Panzeria agli Anamnesi, insorti contro Egnoue, principe e vescovo di Trento.
   Oltre Cadine la strada corre in forte discesa, per giri tortuosi, linee spezzate, addentrandosi nella forra detta Gola di Vela; sembra di penetrare nell'anticamera dell'inferno dantesco. Ogni lembo di orizzonte è scomparso c.d è molto se la caligine perpetua del luogo lascia ìntravvedere una lontana striscia di cielo, al sommo di altissimo rupi tagliate a picco. La strada procede in un vero crepaccio della montagna lasciante appena posto per la strada ripida e contorta, scavala talvolta a furia di scalpello nella roccia dolomitica, e per il torrentello rumoreggiante e rimbalzarle nel fondo oscuro, umido e muscoso. Talvolta la sommità delle rupi è sì vicina che danno illusione di fare arco sulla strada, togliendo affatto la vista della stretta striscia di cielo, per la quale la forra ha luce. A metà dell'angusto passaggio il Genio militare austriaco, con fortissimo dispendio, ha costrutto un forte di sbarramento, che è fra i più importanti del Trentino. 11 forte del Buco di Vela è di recente costruzione e di più recente rimodernatura: consiste di varie opere, delle quali la principale è quella di sbarramento sulla strada, con posteria e ponte levatoio. Sul monte, in località, si può dire, scavata nel vivo sasso, sonvi casematte, polveriere e lunette, dietro le quali fanno capolino le bocche dei cannoni d'acciaio di grosso calibro. La strada postale serpeggia per un po' nell'interno delle opere di questo forte, passando sotto 1 incrucio di un triplice fuoco : cioè di fronte, dietro ed a sinistra. Oltrepassato il forte la strada discende nella valle. dell'Adige. Tale è il Plico di Vela, singolarissima fenditura della montagna, alla quale una leggenda sparsa fra quei valligiani attribuisce origini miracolose per opera di San Vigilio, vescovo e protettore di Trento, cacciato ed inseguito dagli abitatori della valle di Remlena, ov'erasi recato a predicare la buona novella, e che, per sottrarsi più presto alla loro persecuzione e giungere alla fida Trento, avrebbe, toccando la montagna, miracolosamente aperto quel passo tra lima e l'altra vallata.
   Superiurmente al Ruco di Vela, sui monti che dividono la valle del Sarca dal bacino dell'Adige, trovasi il paese di Sopramo.nte, al quale si sale in breve ora da Cadine. Soprainonte è anienissiuio paese, al quale si il,RBC convegno per villeggiarvi famiglie trentine. É luogo di grande passaggio degli uccelli migratori, onde vi sono famose uccellande e vi accorrono ad ogni epoca i cacciatori. Dalle vette circostanti a Sopramonte l'occhio, fra una selva di vetle, si spinge qui a cercare quella dell'antico Pirene, del Brennero e di tutta la linea centrale delle Pietiche, cime auguste, nevose ed aspre, le quali, com'è scritto in un vecchio libro: « Secondo tutti i geografi e gli storici di senno formano il naturale confine fra l'Italia e la Germania ». L'occhio si spazia volentieri su quei monti e fra quelle valli che un raggio di sole fa spiccare con vivacità di colori e cerca sul dosso dei monti più alti le fitte e cupe boscaglie delle conifere, ilei pini e degli abeli, e cerca sul fianco dei colli e giù per le valli, i paeselli graziosi, le pittoresche vallette, i laghetti solitari ed alpestri, le cascalelle graziose, i torrentelli spumeggianti, tutto un complesso di vario, ili singolare, di caratteristico che fa sentire per una volta ancora, anche in questi luoghi, il gran palpito della terra italiana.