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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Roma
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 679

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Viterbo
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   di lìarbnramo per uvere Una donna, dall'alto di una torre, esistente tuttora, gettata giù una pietra elio uccise il capitano dei Barbari clic avevano invaso il paese. Checché sia di questa leggenda, certo è che lìarbarano divenne poi governo baronale.
   Il intese sta sopra una penisola di tufo, circondata da fossi incassati 111 gole profondo con un'alta torre pentagonale, monumento di Desiderio, re dei Longobardi, il quale fondò il paese lungi più di un chilometro dal luogo detto San (Italiano, ove veggonsi gli avanzi di un'antica città etnisca, e lo ricinse di alte e belle mura con torrioni e merli che esistono tuttora. Nei dintorni furono scoperti molti sepolcri etruschi. Grano, fieno, bestiame; cave di tufo, peperino, pozzolana e pietra calcare.
   Coli, elett. Viterbo — Dioc. Viterbo — Pa T. e Str. ferr.
   Bieda (18o2 ab.). — Cenni storici. Blera, città dell'Etruria, è mentovata cosi da Plinio (111, 5, s. 8) come da Strabene (v. p. 220), il quale ultimo l'annovera fra quelle sempre esistenti a' dì suoi, ma fra le minori città della provincia. Il suo nome trovasi anche (cernecchi corrotto in Olerà) nella Tabula Peutingeriana che la pone sulla linea della via Claudia fra Forum Clodii (San Liberato, presso Bracciano) e Tuscania (Toscanella), situazione che coincide con quella dell'odierna Bieda, evidentemente corruzione leggiera di Blera. Nei documenti medievici gli abitanti sono chiamati Bledani. Fu poi distrutta da Desiderio re dei Longobardi.
   Il Connine giace pittorescamente in piano e in bell'orizzonte, sopra una rupe tufacea, la quale sovrasta, qual lingua angusta a burroni profondi, nei quali mormorano due torrenti, denominati Biedeno e Rio Canale.
   Il borgo ha sempre una porta antica e nella piazzetta è una bella cisterna con l'arine della grande estinta famiglia Anguillara. La chiesa era in addietro una cattedrale e furonvi ben 14 vescovi di Bieda che dominarono anche su Civitavecchia e Toscanella. Sulla porta occidentale della chiesa è una figurina del santo locale, Divus Yiventitis, nativo del luogo, ove officiò prima come prete e poi coinè vescovo. Il suo sepolcro è nella cripta sorretta da colonne marmoree scanalate, tolte probabilmente ad nn tempio pagano. In una cappella laterale ammirasi una Flagellazione, d'Annibale Caracci e un sarcofago romano. In prova della salubrità di Bieda si addita la tomba di Giovanni Savini, che vi morì a 108 anni, dopo di esservi stato parroco per 78.
   Dirimpetto al palazzo San Giorgio, che è semplicemente una villa, veggonsi gli avanzi della torre maestosa degli Anguillara, distrutta or fa 300 anni, dal popolo, il quale uccise il feudatario che pretendeva esercitare l'antico diritto baronale dello jns primae noctis con ogni sposa de' suoi dominii.
   Un erto sentiero, una semplice fenditura nel tufo, conduce dalla porta presso codesta torre ad un famoso ponte etrusco, detto il ponte del Diavolo, di grossi massi dì tufo; non rimangono che tre arcate, forniate di grosse pietre, collegate senza cemento e tutte coperte d'edera e di piante rampicanti.
   La necropoli etrusca di Bieda supera tutte le altre esistenti. La molle roccia dei snoi burroni è scavata in numerose camere sepolcrali, simili ad alveari, a guisa di terrazze sovrapposte, e formate generalmente come case, dal tetto pendente, unite fra di loro da scale, scavate anch'esse nella roccia; mentre molte di esse sono ornate esternamente di facciate architettoniche, rassomiglianti nel loro carattere generale quelle di Castel d'Asso (già da noi descritte nell'introduzione al circondario di Viterbo), ma con maggior varietà nelle loro modanature e altri ornati, altre ancora sono in massi di roccia staccati in forma di case, come vedesi anche nelle tombe di Smina.
   Biada, orzo, grano, legname, bestiame, cacio, lana di cui si fa grande esportazione. Varie sorgenti di acqua acidula e solfurea.
   Uomini illustri. — Vi nacquero i papi Sabiniano I (G01-606) e Pasquale II (1099-1118), Coli, elett. Viterbo — Dioc. Viterbo — P3 ivi, T. a Vetralla,