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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arto Terza Italia Centrale
   esagerato. KiVAlblo' 0, pi),scrivendo della tradizione dei Lidii, concernente l'emigrazione dei Tirreni, dice clic al tempo dell'arrivo di questi, gran parta dell'Italia era occupata dagli Ululili. Dionisio (i, 1(1, 20) scrive che il territorio umbro giungeva sino alle foci del l'o (l'arius) ; e Plinio (in, 15) si esprime nell'istessa guisa, narrando clic liìilrium, città posta nelle vicinanze di Ravenna, apparteneva agli Umbri. Anche il nome del fiume Omhrone (Umbro) sulla costa di Ktnirìa, può denotare l'occupazione umbra sulle spiaggie tirrene. 1 Sabini stessi sarebbero derivati dalla gente umbra. La storia degli Umbri non è ben conosciuta. Certo è che furono dominati dagli Ktruschi clic-occuparono non piccola parte del loro territorio e tutta la pianura del l'o. I Sabini, parimente, occuparono le fertili terre del territorio reatino e la vallata del Velino. 1 Halli Senoni li cacciarono dalle spiagge adriatiche, di guisa che gli Umbri divennero, man mano, un oscuro popolo che abitò 1111 territorio montuoso. Al tempo dei Fatti troviamo i Romani alle prese con gli Umbri. 11 console Fabio, avendo inviato secreti ìuinzii nell'Umbria, ebbe promesse, dalla tribù dei Camerti, di aiuto, di assistenza, se ei fosse giunto nella loro regione. M;i le altre tribù umbre non vollero riconoscere le promesse dei Camerti, fecero causa comune con gli Finiscili e parteciparono alla loro disfatta, avvenuta per opera di Fabio (Livio, ìx, KG, 87). A questa ruina altro ne tennero dietro, sino a che, dopo la vittoria di Fabio presso Mcvauiu (Bevagna), nel 1508 av. C. l'Umbria fu definitivamente soggiogata dai Romani. L'ultima volta che gli Umbri insorgenti presero le armi contro la ognor crescente potenza dei Romani, fn alla grande battaglia di tentino. Gli Umbri divennero quindi, poco alla volta, alleati dei Romani. Ocriculnm fn la città cui si accordarono maggiori privilegi; lo stesso avvenne pei Camerti, i quali, alla fine della repubblica, godevano ancora di speciali privilegi e di una certa indipendenza (Livio, xxvni, 45; Cu:., prò Balbo, 20). 11 fertile agro gallico fu occupato da colonie romane, ed a questo periodo risale la fondazione delle città di Setta Gallica (Sinigaglia), Arimitiuia (Rimini), l'isaarum (Pesaro). Gli altri Umbri rimasero alleati e fedeli dipendenti dalla Repubblica romana. I)a questo periodo scompare dalla storia il nome degli Umbri, come nazione; rimase solo ad esser conosciuto come una delle divisioni territoriali dell'Italia. Nei primi tempi dell'Impero, l'Umbria era il territorio che forniva i più numerosi rinforzi alle coorti dei pretoriani (Tao., Ami., iv, 5). Il nome di Umbria fn sempre incluso nella regione sesta, augustea; ma prima dei tempi di Costantino, per ragioni amministrative, fu compreso nel nome di Ftniria e cominciò gradatamente a scomparire in quello della più importante provincia. Così Servio scrive, che l'Umbria fn una parte della Tuscia (Ad A cu., xn, 753) e nel Libec Coloniartua troviamo designate tra le città della Tuscia, Ilispclluin (Spello), Tmler (Todi), Aiaeria (Amelia), ecc.
   Il carattere fisico della regione umbra è ben determinato dalla catena degli Appuntili che l'attraversa, dalle sorgenti del Tevere sino alle alte cime del gruppo dei monti della Sibilla (l'antico mons Fiscellus), presso le sorgenti della Nera, e presso i confini del Piceno e della Sabina. Una gran parte del territorio umbro è montuosa, onde, ben a ragione, Marziale scrisse montana Umbria. Al centro è la grande vallata ili Spoleto, clic distendesi fin sotto a Perugia, e la vallata del Tevere, che giunge sino a Città di Castello. Tra queste pianure stanno monti e colline, che separano Spoleto da Terni e dividono la v®fle della Nera (fig. 1) da quella del Tevere. Queste valli sono, come lo furono nell'antichità, assai fertili e rinomate per verdi ed ubertosi pascoli. \d oriente, gli A pennini discendono gradatamente all'Adriatico, suddivisi da numerose valli, nelle quali scorrono, quasi paralleli, vani fiumi, primo tra i quali l'Fsino (.-Ic^Y), che formava, come dicemmo, il confine tra l'Umbria ed il Piceno; il Sena (Nevola) che scarica le sue acque presso Sinigaglia; il Metauro, il fisaurus (Foglia), il Cruslumins (Conca), YAriuiiuus (Marecchia), che era il confine settentrionale dell'Umbria. Tutte le acque, che discendono ad occidente della catena apenninica, scaricansi nel Tevere.