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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Perugia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1893, pagine 354

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Terza — Italia Centrale
   falciferi, a strie sottili, quale VA. Comemis, rammenta il lias superiore e ciò tanto più quando si aggiungano a loro le Terebratule, Jìenieri, Aspasia e bilobata. Resta pertanto non chiaramente precisato il livello stratigrafico di questi calcari.
   Il lias superiore è rappresentato da un calcare rosso, contenente in gran copia i fossili più caratteristici di questa formazione, quali gli Ammoniti bifrons, Comensis, Mercati, compiatiatus, ecc., e le Terebratule Erbensis e Rolzoana.
   11 giurese inferiore ò rappresentato in alcune località, quali monte Nerone, monte Cucco, passo del Furio, da un calcare giallastro clic contiene gli ammoniti Murchisonae, fallax, gonionotus, scisma. Però questo piano spesso manca ed il lias superiore è direttamente coperto da un terreno che distinguesi litologicamente per l'abbondanza dei nuclei di selce e paleontologicamente per la predoininanza degli Aptichi, tra i quali i càrattefistici punctAis, lamellosus, Beyricìii, latus, ecc.
   2. Terreno cretaceo. — Il terreno cretaceo inferiore, o neocoiniano, si svolge potentissimo neirApennino Centrale, dove forma talvolta gruppi interi dì montagne e più spesso costituisce la zona esterna delle anticlinali. È un calcare bianco e grigio che si rivela in ammassi compatti, attraversati da vene apatiche. Il cretaceo medio e superiore ha una potenza di più di cento metri e raggiunge il massimo del suo sviluppo nelle montagne tra Spoleto e Norcia e sotto il rapporto litologico può scindersi in tre piani, cioè: Scisti a facoidi, Calcare roseo, Scaglia.
   3. Terreno eocenico e miocenicj. — Le formazioni eoceniche anche nell'Umbria sono potentemente sviluppate e tutta la catena apenninica, sino all'altezza circa di San Sepolcro, ne consta interamente. Le grandi masse di macigno che occupano i fianchi della valle superiore del Tevere, donde si spingono sino quasi ai dintorni di Perugia, si possono seguire lungo la cresta dei più alti Apennini. Tra Arezzo e Perugia il macigno potentissimo forma i monti della sponda orientale e meridionale del lago Trasimeno. Meno sviluppato vi è il miocene, anch'esso in forma di arenaria, e limitatamente alla vallata del Tevere da Città ili Castello a Todi, ivi compresi i colli di Perugia.
   4. Terreno pliocenico. — 11 pliocene è ampiamente rappresentato nelle colline a nord-ovest di Spoleto, in quelle fra Terni e Todi, in tutta la Sabina e nelle vicinanze di Orvieto, sulla sinistra del fiume Paglia, mentre questa stessa formazione è coperta, sulla destra del suddetto fiume, da strati potentissimi di tufo vulcanico, che servono dì base alla città di Orvieto. 11 Paglia stesso segna il contine settentrionale della regione vulcanica dell'Italia Centrale e divide l'altipiano tufaceo dai sedimenti pliocenici deposti nelle acque marine che si insinuavano nella vai di Chiana.
   Il territorio umbro è ricco di cave e di miniere. Voglionsi in primo luogo ricordare le rinomate miniere di lignite presso Spoleto, scoperte da poco più di un decennio e delle quali avremo occasione di parlare più particolarmente. Altri giacimenti di ligniti trovansi nei territori di Terni, Todi, Rivodutri. Montecastrilli, Monteleone di Spoleto, Gualdo Cattaneo, Bevagna, Orti Deruta, Gubbio, Aspra, fioccanti®, ecc.
   Il monte Subasio, presso Assisi, oltre a somministrare buona pietra calcare rossa anuiionitifera, dà pietre eccellenti da taglio e porge parecchie varietà di marmi, i più noti e stimati dei quali sono il pomato rosso e il bianco. Buone pietre litografiche somministrano le rocce calcaree di Spello, di Assisi, di Sellano e di Poggio Mirteto. Sopra quest'ultimo territorio trovansi piriti ritenute argentifere ed aurifore, nelle vicinanze di Salisano, e si dice pure che sianvi minerali argentiferi presso Todi. Rinomati sono i marmi di Cottanello, adoperati nell'interno della basilica di S. Pietro, e pregevoli quelli variegati che estraggonsi dalle cave in territorio di Poggio San Lorenzo, e che furono anche adoperati per la basilica di San Paolo in Roma, 11 travertino abbonda a Todi, Monteleone di Spoleto, Terni, Narni ed Assisi. A Montenero in Sabina e nelle vicinanze di Terni esistono altresì cave dì pietra focaia di vani colori. Le cave prossime a Terni sono ora utilizzate per i forni dell'acciaieria.