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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Marche
   3
   Pentapoli abbracciava il Piceno Annonario e comprendeva, come lo dice lo stesso nome, cinque città principali, cominciando dai contini dell'Esarcato di Ravenna sino al territorio di Osiiiio. La provincia dei Castelli comprendeva il territorio di Fermo, mentre il Brandimarte le attribuisce Camerino, Matelica, Attidio, Tufico, Sentino, Ostra, Snasa, Pittilo e Jesi. La provincia dei Castelli, in seguito, venne a costituire la Marea Fermami, tranne una parte che divenne Abruzzo. La Pentapoli infine fu detta anche Decapali, in seguito all'aggiunta di altre città e castelli.
   Mentre l'Esarcato era retto da Longino, per l'imperatore d'Oriente, l'Italia fu invasa dai Longobardi, guidati dal re Alboino, i quali, dopo di aver fondato il ducato di Spoleto, soggiogarono il Piceno l'anno 571, che fu unito ed incorporato a quel Ducato, la parte cioè del Piceno comprendente i territori di Ancona e di Osimo. I Longobardi, a somiglianza di quello di Spoleto, fondarono i nuovi ducati piceni, di Ancona, di Osimo e di Fermo.
   Avvenne dipoi la guerra tra il pontefice Gregorio II e gli Iconoclasti, sostenuti dall'imperatore Leone. Questi si alleò con Luitpramlo, re dei Longobardi, contro il papa e fu allora che il ducato di Poma e le città della Campania si dettero alla Chiesa, dopo il 726. Nell'istesso tempo i popoli dell'Emilia, dell Esarcato, della Pentapoli e del Piceno scossero il giogo imperiale e dei Longobardi e si posero sotto la protezione del papa, in seguito di che la San la Sede venne ad avere l'alta sovranità del Piceno ed il ducato di Spoleto.
   Gregorio III, succeduto nel 731 a papa Gregorio II, prese le difese di Tra sani ondo duca di Spoleto contro Luitpramlo, e questi allora due volte mosse all'assedio di Roma ; ma il papa aiutò Trasainondo a ricuperare il ducato. Nel 741 San Zaccaria ricorse a Luitprando contro Trasamondo, che, dimentico dei favori ottenuti da Gregorio III, aveva usurpato i domniii della Chiesa. Il duca fu fatto prigione da Luitprando ed il. pontefice San Zaccaria potè riavere il patrimonio della Sabina, di Narnì, di Osimo e di Ancona. Stefano III, non potendo sostenere l'impeto di Aistulfo re dei Longobardi, che aveva nuovamente occupato la Pentapoli, l'Esarcato ed altri luoghi della Chiesa, si recò da Pipino per implorarne l'aiuto ed il re dei Franchi calò subitamente in Italia e restituì al pontefice quanto eragli stato tolto e di più aggiunsevi altre terre.
   Sotto Adriano I, Desiderio re dei Longobardi, non solo ritenne Osimo, Ancona, Umana ed altre città, ma occupò tutto il resto del Piceno, onde il papa, sull'esempio di quanto aveva fatto il suo predecessore Stefano III, invocò l'aiuto di Carlo Magno che, vinto Desiderio nel 773, diè così fine al regno longobardo in Italia e restituì alla Chiesa il dominio sull'intero Piceno e sul ducato di Spoleto, con ampia donazione, confermata, con nuovo diploma, da suo figlio Lodovico I.
   Nell'anno 858 trovasi un Suppone conte del Piceno, che forse ne ebbe investitura dal pontefice. Gli imperatori franchi e tedeschi, cominciando da Ottone I, confermarono successivamente i dominii della Chiesa, compreso il Piceno. Tra il IX ed il X secolo Ungari e Saraceni posero il Piceno a ferro e fuoco, e troviamo dipoi quella provincia fluttuare ora sotto la dominazione della Chiesa, ora sotto la dipendenza dei Greci.. Soggiacine pure, in parte, alle incursioni dei Normanni.
   Insorte le controversie tra il clero e l'Impero, a cagione delle investiture ecclesiastiche, i dignitari preposti alla custodia della frontiera, col titolo di marchesi, cominciarono a dare il nome alla Marca Fermami, indi alla Marca Camerunese o Superiore, che sono le Marche più antiche ed ebbero principio assai prima della Marca Anconitana. La Marca di Camerino, che aveva un proprio marchese e duca, trovasi ricordata sino dall'anno 969 nella nota epistola di papa Giovanni XIII, relativa all'erezione della chiesa metropolitana di Capua. Altri scrittori la dicono di origine più antica ed aggiungono che da essa dipendesse il marchese di Fermo.