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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Farle Terza
   — Italia Cenlinle
   La Pentapoli, circa l'anno 1080, fu data in investitura da Gregorio VII a Roberto Guiscardo, normanno. Allo stesso Gregorio VII ed al successore Pasquale II la celebre contessa Matilde cede, oltre la donazione dei suoi Stati, anche le Marche di Camerino e di Fermo. Nel 1105, o poco prima, l'imperatore Enrico IV. con poderoso esercito, occupò il Piceno, di cui die l'investitura al marchese Guarnieri, con titolo di marchese della Marca Anconitana, che da lui fu pure detta Marca di Guarnieri o di Wernerio, colla quale denominazione si disse pure la Marca Permana. Così a poco a poco, all'antica denominazione di Piceno si andò sostituendo quella di Marca.
   Il Garampi, nelle sue Memorie (p. 47), scrisse che Marca fu il nome dato, dopo il secolo XI, a quel tratto di paese che, comprendendo la Pentapoli e le più antiche Provincie del Piceno, stendevasi dal Tronto sino al Foglia, al di là del quale ultimo fiume cominciava il territorio di Romagna.
   1 rettori e presidi della Marca ebbero varii nomi, secondo le diverse epoche, e dopo di essere stati chiamati pretori e proconsoli si dissero correttori, vicari, prefetti; legati nel secolo IV, conti nel VII. marchesi a partire dall'anno 1053, legati-cardinali nel 1099. 11 Colucci scrisse, come nel XIII secolo quattro erano le forme di signoria prevalenti nella Marca: la dei conti feudatari dei Longobardi, dei re Franchi, dell'Impero e della Chiesa; 2a dei vescovi: 3a delle città stesse più potenti, che avevano in soggezione altri feudi e luoghi minori; 4 dei monasteri di monaci che avevano possesso e giurisdizione sopra terre e castella di cui avevano ricevuto donazioni anteriormente.
   Dicemmo prima come la Marca fosse stata data in investitura da Enrico IV al marchese Guarnieri. 1 papi successivi la ricuperarono in seguito, varie volte e segnatamente Innocenzo III dall'usurpatore Marcualdo. Ottone 111, nel 1217, concesse la Marca in feudo al marchese d'Este, coll'annuo tributo di cento libbre di moneta pro-lisina. Nel 1351, sotto Innocenzo IV, la Marca fu ricuperata alla Chiesa dal celebre cardinale-legato Egidio Albonioz. Questi ne riformò gli statuti e fece speciali costituzioni che da lui si dissero Egidiane. I nipoti di Bonifacio IX e di Innocenzo VII, Tomacelli e Migliorati, furono nominati marchesi della Marca. Furono legati della Marca Gregorio XII e Giovanni XXIII. Nel 14:23- Martino V nominò legato della Marca il cardinale Condulmieri, sotto del quale le Provincie marchigiane furono occupate da Francesco Sforza e ricuperate dopo varie vicende. Troviamo quindi legati i cardinali Domenico Capranica, sotto Nicolò V; il Borgia, nel 1 -l',)2 assunto al pontificato col nome di Alessandro VI; Alessandro Farnese, poi papa Paolo III, nel 1534.
   Nel 1797, i Francesi che avevano occupato lo Stato Pontificio, estesero la loro conquista anche sulla Marca, che fu poi da Napoleone 1 aggregata al Regno Italico e nel 180S venne a formare gran parte del dipartimento del Metanro. Nel 1815 le Marche furono restituite alla Chiesa.
   Nel 1800 infine, sull'esempio delle Provincie meridionali, i popoli delle Marche e dell'Umbria chiesero la protezione di Vittorio Emanuele lì e contemporaneamente vi entrarono i generali Fanti e Cialdini, che in pochi giorni occuparono Urbino, Pesaro, Sinigaglia, Fermo, Perugia, Foligno e Spoleto. 11 generale Lamoricière che comandava l'esercito pontificio, assali le milizie regie presso Castelfidardo, il 18 settembre, e vi rimase pienamente sconfitto. Indi, come meglio sarà esposto a suo luogo, fu assediato in Ancona dalla parte del mare e da terra, e costretto ad arrenderei, cede la piazza il 2G settembre. Ili seguito di che anche nella Marca fu istituito il nuovo ordinamento civile, nominandovisi commissario generale straordinario Lorenzo Valerio.
   La configurazione delle Marche è quella di un parallelogrammo obliquo a piano inclinato, clic distaccandosi dalla catena principale dell'Apennino discende all'Adriatico con dolce pendio e tranne qualche bacino, racchiuso tra gli alti inoliti, specialmente nella provincia di Ascoli, presenta una continua serie di poggi e di colline divise da vallate, ili cui scorrono i fiumi e i torrenti in direzione da sud-ovest a nord-est.