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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ancona
   il
   leggenda La città, anche sotto la dominazione romana, mantenne l'uso della
   lingua greca, come ne fanno fede varie iscrizioni e Silio (vni, 43S) ricorda un'officina attivata dai Greci per l'estrazione della porpora. Nel VI secolo av. C. il luogo divenne importante per la stazione navale ivi stabilita dai Romani (Livio, xlt, 1) e divenne anche celebre pel culto ivi prestato a Venere, siccome si trae da Catullo (xxxvi, 13) e da Giovenale (ìv, 40). È ancora incerto a quale tribù Ancona fosse assegnata, trovandosi nelle lapidi anconitane ricordate due volte la tribù Lemonia, la Follia e la Quirina.
   Dai coloni greci passò sotto il dominio dei Piceni, che dicemmo di origine sabina e che stabilirono in Ascoli la loro capitale, ed Ancona era allora ben munita ed agguerrita da poter respingere alcune incursioni dei Galli Senoni, i quali tentarono d'estendere il loro dominio al di qua dell'Esilio (Aesis).
   Gli Anconitani aiutarono i Romani nelle guerre contro Annibale e n'ebbero per ricompensa difesi il porto ed i commerci contro gli Illirici. Concorsero pure a liberare Roma dall'assedio di Mario e serbarono fede nelle successive lotte di Pompeo e di Cesare, tant i che cacciò i Cesariani lasciativi a guardia. Stabilitosi l'Impero Romano, ad Ancona fu dedotta una seconda colonia. Sotto Trajano la città acquistò maggiore floridezza in seguito alla costruzione del porto, di cui diremo in seguito, per la quale gigantesca e sontuosa opera fu eretto a quell'imperatore il famoso arco onorario.
   Partecipò Ancona alla misera sorte d'Italia allorché l'invasero i Goti e distruzione e danni ebbe a patire da parte degli Errili. Giunto in Italia Belisario ed entrato in Roma, nel 537, ridusse all'obbedienza i varii popoli ed, avendo spedito ad Ancona un suo capitano per nome Giovanni, anche gli Anconitani si assoggettarono ai Greci.
   Asceso al trono'Potila, nel 541, Ancona manteunesi devota all'imperatore Giustiniano I e sostenne con fermezza e coraggio l'assedio datole dallo stesso Potila e venne dai Greci liberata verso il 551. Estinto il potere gotico fu istituita dagli esarchi greci di Ravenna la Pentapoìi marittima, che comprendeva Ancona, Sinigaglia, Fano, Pesaro e Rimini.
   Sotto i Longobardi Ancona fece parte dell'Esarcato di Ravenna e riconobbe l'alto dominio dei duchi di Spoleto e in segno di devozione cominciarono gli Anconitani a pagare un modesto tributo annuo alla Chiesa. Ciò fu cagione di ire tra i Longobardi, gelosi del dominio, ed i papi clic ambivano il comando e questi invocarono in loro aiuto i Franchi. Intanto i Longobardi trassero pretesto di estendere la loro dominazione e prima Luitprando, Astolfo poi, divennero padroni del Piceno, ove precariamente istituirono i ducati di Ancona, di Osiino, di Ferino.
   Pipino, disceso in Italia coi Franchi, costrinse Astolfo a restituire l'Esarcato che aveva occupato e diede alla Chiesa le terre ricuperate. Morto Astolfo, nel 756, papa Stefano III contribuì perchè nel regno longobardo succedesse Desiderio, a condizione però che gli restituisse le terre clonate da Pipino, tra cui erano Ancona, Ostai ed Umana. Ma Desiderio non mantenne le promesse, onde Adriano I ricorse alle armi di Carlo Magno che, com'è noto, pose fine al regno dei Longobardi Carlo Magno restituì allora Ancona con altre terre alla Chiesa.
   L'anno S46 Ancona fu stretta d'assedio dai Saraceni, che l'incendiarono, la distrussero, passando anche a ±ìl di spada gli abitanti. Il porto fu abbattuto e l'arco eli Trajano, spogliato di ogni ornamento, scampò miracolosamente alla furia vandalica. Ricostruita, dopo circa vent'anni, dagli stessi cittadini, la città riconobbe in appresso l'intera sovranità della Chiesa. È incerto se Ancona obbedisse quindi ai Normanni e specialmente a Roberto Guiscardo, che occupò la Marca Fermana, e poscia al duca Guarnerio, che s'impossessò della stessa Marca d'Ancona. Certo è, che gli Anconitani fornirono navi e uomini a papa Urbano II per l'impresa di P'erra Santa e sostennero l'assalto di Lotario III sceso in Italia, nel 1037, per soccorrere Innocenzo II, prigione di Ruggiero I duca di Calabria. Ancona piegò poi in favore di Emanuele II imperatolo
   131 — LLa 2»a4ris, voi. HI.