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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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l'arie Terza - llalia Centralo
Il nuovo ordino di cose fu instaurato dal commissario Lorenzo Valerio,die il 3 ottobre, unit.-niente ai magistrati, ricevette solenni niente il re Vittorio Emanuele il, cui Vcn-nero ad offrire atto di sudditanza i rappresentanti ili tutti i Municipi! delle -Marche. Il che aweinie nei giorni 1- e 5 di novembre, pei plebiscito solenne.
LA CITTÀ
La città di Ancona sorge magnifica ed imponente, a guisa di anfiteatro, in collina, circondata a nord e ad est dal mare, ISelle ed ampie sono le strade e le piazze, specialmente nella parte orientale ove è sorta la città nuova, al cui centro è la granile piazza Cavour, attorniata da eleganti e ben costrutti palazzi. Le principali vie sono: la Strada Nazionale, dapprima ampio \iale alberato, clic corre iu riva al mare e partendo dalla stazione ferroviaria giunge alla piazza Garibaldi; il corso Vittorio Emanuele, lastricato con pietra d'Istria e che, fiancheggiato da belle ed alte fabbriche, corre dalla Strada Nazionale alla ricordata piazza Cavour; la via Calamo, tra il lato sinistro della piazza Cavour e la piazza del Teatro; la via del Comune, dalla piazza del Teatro alla piazza del Comune, poi col nome di Guasco, a San Ciriaco. Filialmente la via della Loggia e del Porto, dalla piazza del Teatro all'estremità del Molo.
Incantevoli, oltre ogni dire, sono le vedute che godonsi sulla città, sulle vicine campagne e paesi e sull'Adriatico dalla sommità del promontorio di monte Guasto ove fu edificata la chiesa cattedrale di San Ciriaco e dal monte Astagno, ove era la rocca medioevale.
La città fu cinta dì mura sino dai secoli Vili e IX dell'ara nostra ed una nuova cinta murata fu edificata nel XIV secolo, difesa da torri quadrate sporgenti e da numerose altre opere di fortificazione posteriormente aggiunte dai papi, sìa per difendere la città dalle invasioni dei Turchi, sia per garantirsene maggiormente e con maggiore facilità il possesso.
La costruzione della cittadella, o rocca, oltrepassa il mille; nel 1348 fu restaurata dai Malatesta; nel 1519 fu circondata di fossati da Egidio dei Piàtorinì di Cortona; nel 1521 vi aggiunse un gran bastione il cardinale Bibbiena; fu indi ingrandita, con raggiunta di più potenti difese ed offese, da Antonio da San Gallo nel 1532 e sotto i papi Clemente VII e Paolo III. L'anconitano Fontana vi aggiunse il grande bastione della 'Tenaglia. Guastata dagli Austriaci nel 1815, fu restaurata poi nel 1839, per cura di Gregorio XVI con raggiunta del bastione da luì detto Gregoriano.
Vengono quindi le fortificazioni di monte Cardeto e di monte Marano e la batteria del Lazzaretto. Il Cardeto fu cominciato a fortificare sotto Pio V, nel 15G8; l'architetto Fontana ideò il forte di monte Marano, nel 1570; il Vanvitelli aggiunse la batteria del Lazzaretto nel 1733. Durante l'occupazione francese del 1797 furono erette le lunette di Santo Stefano e dello Spirito Salito e si accrebbero i baluardi del Cardeto ed altri. Anche di questi, molti furono minati dagli Austriaci nel 1815 e subito dopo restaurati. Nuovi restauri e nuove opere furono compiute dal generale Lamoricière, e infine dal Governo italiano che ha aggiunto il magnifico forte con batterie coperte, alle falde del Marano e, secondo gli ultimi progressi della scienza militare, i forti di Posatore, Montagnolo, Montepelago, Altavilla, Montacuto ed altri, di guisa clic Ancona può veramente dirsi una delle più importanti e principali piazze forti d'Italia.
Dovendo ora incominciarsi la descrizione dei monumenti, ragion vuole che primieramente si dica dello storico e monumentale Porto ( fig. 1), cagione della grandezza ed importanza della città, sino dai più remoti tempi.
Il l'orlo. — In origine il porto, sìa dei Greci, l'Astagiio, Il monte Guasco prò tendeva si allora
sia degli Umbri-Piceni, era naturale, formato assai più dentro mare, offrendo sicuro riparo
cioè dulia magnifica insenatura che, a guisa di alle navi ricoverate nell'insenatura,
semicerchio, stendesi dalle falde del Guasco al- Ma collaudare del tempo, il mare andava mano