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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
Mandamenti e Comuni del Circondario di Pesaro iJOo
dalle armi romane, guidate dai cònsoli Livio Salinatore e Nerone, nel 207 av. G. Di Forum Sempronii parlarono soltanto Plinio e Strabene e se ne fa menzione anclie nell' Itinerario Antoniniano.
Fossombrone restò fedele a Roma finche l'Impero sussistette, poscia fece parte della Penta poli e dell'Esarcato. Mentre Stefano II era pontefice, non potendo egli far cessare le stragi e le incursioni dei Longobardi, capitanati dal re Astolfo, invocò, nel 754, l'aiuto di Pipino re dei Franchi. Venuto questi in Italia e vinti i Longobardi, la Pentapoli fu restituita alla Chiesa e con essa anche la città di Fossombrone.
Notizie importanti mancano in seguito su Fossombrone sino ai secoli XII e XIII. Nel primo i Fanesi, avidi di allargare il loro territorio, assalirono Fossombrone e dopo che l'ebbero smantellata se ne impadronirono.
Nel 1213 o 1215, Ottone IV imperatore, col consenso del pontefice, die Fossombrone in feudo ad Azzo d'Este. Tuttavia, nel 1292 o 1294, da Bonifacio Vili la città fu liberata dalla tirannia che vi esercitava la famiglia dei I'ofi, signori del luogo.
Nel 1295 Pandolfo, figlio di Malatesta detto l'Audace, signore di Rimini, si impadronì di Fossombrone ed ai Malatesta fn allora data la città dai pontefici, quali vicari e feudatari della Chiesa. E tale dominio fu da Gregorio XI confermato nel 1374. Fu sotto i Malatesta che i Fossombronesi, abbandonando a poco a poco l'antica città, calarono alle falde del monte, per meglio profittare della comodità della via Flaminia.
Nell'antica città ì Malatesta edificarono la rocca; e la cattedrale, ad istanza di Pandolfo e Galeazzo Malatesta, fu dal pontefice Bonifacio IX trasferita nella nuova città, con Bolla emanata nel 1394; l'antica cattedrale e l'episcopio furono demoliti. Erettosi poi il ponte sul Metauro, si voleva accrescere la città al di là del fiume; ma il progetto non ebbe più luogo, perchè sopravvennero alcune calamità, massime la sorpresa dei Francesi che diroccarono le mura di Fossombrone.
Nel 1144 Galeazzo Malatesta vendè la città per 13,000 fiorini d'oro, insieme a Pesaro per 20,000, a Federico di Montefeltro conte d'Urbino; e ciò fece Galeazzo per evitare che delle due città si impadronisse il suo nipote Sigismondo Malatesta signore di Rimili. Nel 141-7 Fossombrone fu di nuovo saccheggiata e venne anche spogliato il vescovo; ma il capo e l'autore di questi danni venne impiccato.
Nel XV secolo Fossombrone vide correre per le sue vie il sangue cittadino e tanto fu l'accanimento e il furore delle fazioni, che molti edilizi ne andarono distrutti. Alcuni manoscritti accennano anche alla distruzione della rocca, avvenuta nel 1485; ma ninn fatto trovasi registrato in tale anno che possa far ammettere la mina della rocca, la quale, nel 1507, era in ottimo stato e racchiudeva dentro di sè le molte genti del duca Valentino, che gagliardamente resistevano alle armi del duca d'Urbino.
Divenuta la rocca in potere di Gnidobaldo I, questi la fece abbattere insieme ad altre rocche dei suoi Stati e forse in tale occasione ebbe luogo il rinvenimento del corpo di Sant'Aldobrando, fatto da Benedetto Castellano e dal canonico Pietro Paolo De Lolis. Pare però che fa rocca non si abbattesse del tutto, poiché fu fatta restaurare da Francesco Maria Della Rovere, nell'occasione della guerra contro Lorenzo de'Medici, ed il Roveresco la tenne ben munita e guardata sino a che, pel concluso trattato, fu ceduta al Medici. Morto questi nel 1518 e tornato il ducato alla Santa Sede, la notte del 26 settembre 1519 dai commissari pontifici furono fatte atterrare le mura d'Urbino, di Mondolfo e di Fossombrone con la rocca, acciò quegli abitanti non si protestassero pel duca di Urbino, loro antico signore.
Gnidobaldo I armò Fossombrone a tal segno, che vi pose la sua sede e, nel 1504 donò alla città il castello di Caitoceto e quello di Montepeloso; quindi il magistrato civico incominciò a nominare i capitani per governare quei castelli. Nelbistesso anno la duchessa Elisabetta d'Urbino donò al Monte di pietà di Fossombrone la villa di Por-cereto nel territorio di Castel Durante. Soggiornarono anche in Fossombrone Giulia