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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415
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Parie Terza — Italia Centrale
Fossombrone. Guerreggiando per Eugenio IV il celebre Vitelleschi contro i Malatesta, fatta la pace nel 1432, mentre il Vitelleschi dimorava in Sant'Ippolito fu visitato con riconoscenza, ai 15 di maggio, da Galeotto Roberto Malatesta con magnifica comitiva di Riminosi. Acquistatosi il castello da Federico conte di Montefeltro, gli fu tolto da Sigismondo Malatesta signore di Riinini. A questi, avendo dichiarata guerra Pio II, per togliergli il vicariato, i commissari pontifici si impadronirono, in nome del conte Federico, di Sant'Ippolito nel 1459 ed a lui lo restituirono. Nel 1502 Cesare Borgia restituì ai Fanesi il castello e il magistrato, oltre all'atto di fedeltà presentò anche le chiavi della terra. Nel 1503, morto Alessandro VI. la terra fu riconquistata da Guidobaldo I, cui fu ritolta da Lorenzo de' Medici nel 1517. Nel 1520 Leone X la fece restituire ai duchi d'Urbino, che la tennero sino a che, sotto Urbano Vili, lo Stato di Urbino passò alla dipendenza della Chiesa.
Sant'Ippolito è situato sii di una collinetta alta 240 metri sul mare, ad est di Fossombrone; è cinto di mura con piccolo borgo esterno. Il territorio è fertile di cereali, uva, frutta, legnini, foraggi e gelsi. Il Cimarelli celebra le sue copiose cave di pietra molto stimata. Vi sono anche cave di terre argillose per la fabbricazione di stoviglie.
Coli, elett. Pesaro — Dior. Fossombrone — Pa locale. T. a Fossombrone, Str. ferr. a Fano.
Mandamento di MACERATA FELTRIA (comprende S Comuni, popol. 11,321 ab.).
Macerata Feltria (2451 ab.). — Cenni storici. Macerata Feltria, o Feretrana come la chiama il Colueci, sorse dalle rovine dell'antico Pitinum Pisaurcnse, municipio romano, così denominato dal vicino fiutne Pisa uni ut, og^i Foglia. Il Cimarelli scrisse che PitiHiim servì come avanguardia e propugnacelo della regione dei Senoni contro gli Umbri e gli Etruschi, chiudendo la via ad essi tra gli scoscesi monti. Gli Umbri avrebbero ingrandita ed abbellita la città. Gli Etruschi, alla loro volta, l'avrebbero tolta agli Umbri, dai quali passò ai Galli Senoni, finché i Romani uoii se impadronirono colla conquista della Gallia. Calati in Italia i Goti, arsero e distrussero Pitinmn e gli abitanti, scampati all'eccidio, riunitisi alle falde ili 1111 monte vicino al torrente Apsa, la riedificarono, servendosi delle macerie dell'antica città, e l'appellarono Macerata, che per distiugin rla dal paese sorto sulle rovine di Rieiua dissero Feltria o Feretrana. Cluverìa e l'Olstenio collocano pure Pitiunm Pisatiremt nei pressi di Macerata Feltria.
11 dotto pesarese Olivieri non osò stabilire il vero sito di l'itinnm l'isaurcnsc e pensò che potesse essere presso la terra di Sasso Corbaro e il Colueci seguì l'Olivieri.
La città romana dovè sorgere ove è ora la chiesa di San Tassiano, la quale deno-ìnuiavasi Pieve della città di l'itiuo. 12 che ivi rimanesse è attestato non solo dal nome, ma dalla tradizione e dagli avanzi di antichi edifizi. Ivi l'iuvcugonsi spesso monete, frammenti marmorei ed oggetti varii. 11 Calindri riporta alcune notizie su scoperte rifereutisi a l'itiuo Pisanrense e cioè alcune iscrizioni, una delle quali dedicata a Gordiano imperatore, mia statua marmorea di Caio .Oidio. Nel 1S21 è fama si trovasse da alcuni pastori una cassa di bronzo ferrata, dentro la quale era una corona d'oro, gemmata, con altri oggetti preziosi, spettanti, a quanto parve, a Berengario II duca e marchese d Ivrea e re d'Italia nel 903.
Macerata Feltria è posta sulla sinistra dell'Apsa, fra i fiumi Conca e Foglia, a 321 metri sul mare, ed i suoi fabbricati, cinti di mura, ascendono pel declivio di un colle. Essa dista 35 chilometri da Urbino e 52 da Pesaro. Le abitazioni interne sono assai mediocri e migliori sono quelle del borgo esterno, che sta nella pianura e che in questi ultimi tempi si è notevolmente ampliato.
11 territorio ili Macerata Feltria, quasi tutto in colle, produce cereali, uva ed è ricco di buoni pascoli, ove allevasi numeroso bestiame suino.
l'omini illustri. — Lorenzo Astemi, chiaro letterato e autore di molte poesie, professore di eloquenza nell'Università di Urbino ed ordinatore della famosa biblioteca