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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I
   Mandamenti e Comuni del Circondano di Urbino
   405
   Oggi la celebre rocca non serve ad altro ufficio che a quello di custodire i rei, e spesso fu reclusione di condannati politici. Negli ultimi anni del XVIII secolo vi fu rinchiuso il famoso Giuseppe Balsamo, noto sotto il nome di Conte Cagliostro, che vi finì i suoi giorni nel 1796.
   San Leo fu sede vescovile sino (lai IV secolo ed il suo primo vescovo fu San Leo dalmata, che primo venne a predicarvi la fede di Cristo e da cui la città fu denominata. La sede fu dapprima assoggettata alla chiesa metropolitana di Baverina. Nel 1570 Gregorio XIII trasferì ìa sode a Peiinabilli, di che nacquero lunghe contese e dissensioni, senza però che a San Leo venisse fatto di far più valere le sue ragioni.
   Il territorio, quasi tutto in colle, produce cereali, uva, foraggi, frutta ed abbonda di buoni pascoli, in cui si alleva grande quantità di bestiame. Vi sono anche cave di lignite e di tripoli.
   Uomini illustri. — Mario Malfei, vescovo di Foligno; Giambattista Brizio, che tro-vossi agli assedii posti a San Leo dal Borgia e da Lorenzo de' Medici e compì prodigi di valore; Ottaviano Volpe Ili, celebre giureconsulto; il beato Matteo da San Leo, dei Minori Osservanti, dottissimo nelle scienze speculative e insigne oratore; Fr. Guido Santoni, insigne oratore e dotto teologo ; Orazio Leontini, letterato, che scrisse in versi la vita di San Leo e fu più volte patrio gonfaloniere; Lorenzo Laurentini, medico reputassimo ; Federico Seripa, canonico di Vicuna, cappellano e segretario di Leopoldo I.
   BmllOGItAFiA. — G. B. Marmi, Saggio di ragioni della città di San Leo, ecc., contrapposto alla dissertazione < De episcopatu Feretrano ». Pesaro 1758. — Adversus Paullum Danielliutn, compia resque alias Pinnenses, Apologetica! Feretranum. Pisauri 1732. — A. M. Zuccln Travagli, Animad-Versioni sulVApologetico c sul Saggio di ragioni per la città di San Leo, dell'arciprete G. B. Marini.
   Coli, elett, Urbino — Dioc. Montefeltro — P2 e T. locali, Str. ferr. a Rimini
   Majolo (1383 ab.).— Cenni storici. Fu feudo dei signori della Faggiuola e venne da questi, o dal cardinale Albornoz, ceduto al vescovo Peruzzi che ne ebbe il dominio temporale con altri castelli, dopo l'anno 1351. Prima era appartenuto al monastero di San Bollato di Palpiano, incorporato poi alla chiesa di San Secondo di Gubbio. Aveva una rinomata rocca, che sotto Leone X, per la deposizione ili Francesco Maria I fu presa a patti dal Vitelli colle milizie pontificie, dopo alcuni giorni di assedio. L'occuparono quindi i Fiorentini, cui l'aveva ceduta Leone X e Francesco Maria II la riebbe nuovamente nel 1527.
   Il paese attuale trovasi in luogo elevato (590 metri sul mare) l'antico era più a sud e più elevato ancora (G57 metri); esso rimase sepolto, sul declinare del XVII secolo, per la slamatimi di una grande falda del monte presso cui sorgeva e ne rimase distrutto quasi tutto il fabbricato. Fu quindi edificato il paese attuale su di un colle a sud-ovest di San Leo, non lungi dal fiume Mareccliia. Il territorio produce cereali, uve ed abbonda di buoni pascoli
   Coli, elett. Urbino — Dioc. Peiinabilli — P2 e T. a San Leo, Str. ferr a Rumili.
   Monte Grimano (2589 ab.). — Antico castello del Montefeltro, stato sempre alla dipendenza dei conti e duchi d'Urbino. Trovasi alla sinistra del torrente Conca, su di una collina alta 530 metri sul mare, a sud-est di San Leo. Il fabbricato, di decente aspetto, è cinto di mura medioevali, in gran parte diroccate. Sono sue parrocchie: Sant'Apollinare, San Donato, San Silvestro.
   Il territorio produce cereali, uve, olive, gelsi ed abbonda di pascoli. L'industria principale è l'allevamento del bestiame.
   Coli, elett. Urbino — Dioc. Pennabilli --- P3 locale, T. a Macerata feltria, Str. ferr. a Cattolica.
   Pian di Castello (826 ab.). — Cenni storici. Era in origine assai forte e ben munito castello e venne atterrato dai Malatesta signori di Rimini, i quali non vi lasciarono che il fortino ed un torrione di antica data. Fu poi di nuovo rifabbricato e ricinto di mura.