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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro e Urbino
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 415

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I
   Mandaménti e Comuni del Circondario di Urbino
   407
   del monte Perticava (883 m.), un ampio e solido palazzo vescovile e nel sobborgo aggiunse una chiesuola che decorò di pitture ritraenti fatti dell'antico e nuovo Testamento. Fu chiamato il vescovo di Talamello e vi morì nel 1444 e fu sepolto in Sant'Agostino.
   Appodiato a Talamello è Uffogliano, nel quale i Riminesi, con Uberto Malatesta, tentarono (li fabbricare una rocca. Ma si oppose Federico di Montefeltro, cui quel territorio apparteneva e i Riminosi incorsero nelle censure, dalle quali furono poi assolti, nel 1309, da Clemente V.
   Talamello trovasi su di un colle alto 380 metri, sulla sinistra della Marecchia, e conta diversi e discreti edifizi. Il suo territorio produce cereali, uva e abbonda di buoni pascoli e di boschi. Vi si alleva una discreta quantità di bestiame. Nella frazione di rerticara (655 ni.) esìste una ricca miniera di zolfo. Una fonderia e una raffineria di zolfo costituiscono la principale ricchezza del paese.
   Coli, elett. Urbino — Dioc. Montefeltro — P3 locale, T. nella fraz. Mercatino, Str. ferr. a Rìmini,
   Mandamento di SANT'ANGELO IN VADO (comprende 3 Comuni, popol. 8071 ab.).
   Sant'Angelo in Vado (4062 ab.). — Cenni storici. Antica città, il cui nome, Tifo-unni Mataurense, fa comprendere come fosse situata nella valle del Metauro. Degli antichi scrittori solo Plinio la ricorda e ne rammenta i cittadini Tifernates Mataurenses, come sono pure detti in diverse iscrizioni scoperte a Sant'Angelo in Vado. Altre antichità tornate a luce a Sant'Angelo in Vado 11011 lasciano alcun dubbio che Tifernum occupò il luogo delia città attuale, a circa 20 miglia da Forum Sempronio (Fossombrone).
   La città romana fu distrutta dai Goti al principio del secolo VI e dalle sue rovine sorse il moderno Sant'Angelo, che da principio fu un piccolo castello recinto di solide mura. Più tardi venne ampliandosi e da Urbano Vili, nel 1635, fu elevato al grado di città. Formò con Urbania un solo vescovato, eretto dallo stesso Urbano Vili.
   Sembra certo che Tifernum avesse la propria cattedra episcopale e trovansi infatti ricordati un Eubodio, un Mario, un Innocenzo, vescovi tifernati nella seconda metà del secolo V; e sebbene alcuni scrittori abbiano attribuiti questi vescovi a Tifernum Tiberinum (Città di Castello), pure l'Ughelli è d'avviso clic debbansi effettivamente ritenere per Metaurensi. L'antico vescovato sarebbe poi caduto colla distruzione della città. Quanto alla moderna sede, istituita da Urbano Vili, per consolare (dice lo Zuc-cagni-Orlandini) quei popoli della perdita del loro benefico principe Francesco Maria Della Rovere, ultimo duca d'Urbino, essa ebbe il suo primo vescovo nella persona di Onorato degli Onorati di Jesi, eletto nel 1636.
   La città è posta sulla riva del Metauro, in una piccola ma amena pianura (359 111. sul mare) a cui verdi colli, da vicino, e alti monti da lungi fanno corona. Dista 28 chilometri da Urbino e 64 da Pesaro. Il suo fabbricato, mediocre, è cinto di mura. Bella è la chiesa cattedrale, dedicata a San Michele Arcangelo. Vi sono, oltre a varie altre chiese, un Ospizio per gli infermi, il Monte di pietà, il Seminario Barberino, ecc.
   11 territorio è fertile di cereali, uve e vi si fa grande allevamento di bestiame. Industriosi sono gli abitanti ed hanno diverse manifatture di oreficerie, di cui fanno gran commercio. Anche la concia, la lavorazione dei corami e la fabbricazione dei cappelli, assai stimati e ricercati nei paesi vicini, costituiscono un ramo importante dell'industria e del commercio di questo paese.
   Uomini illustri. — Matteo Griffoni, celebre capitano vissuto nel secolo XIII, stato al servizio della Repubblica di Firenze e di quella di Venezia; Federico e Taddeo Zuccari, insigni pittori vissuti tra il XVI e il XVII secolo: Federico fu anche presidente della romana Accademia detta di San Luca e ne compilò gli statuti sotto Sisto V; Apollonio, altro buon pittore, che lavorò specialmente ili Urbania; il Muratori; il cav. Mancini, il quale ultimo ebbe grido di pittore storico assai valente; Giovali Francesco e Prospero Fagnani, vissuti nel XVII secolo, buoni scrittori e specialmente di