Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Firenze', Gustavo Strafforello

   

Pagina (9/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (9/411)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   L'Etruria antica 9 *ì
   III. Geografia fisica. — I limiti generali dcll'Etrui'ia furono già indicati ; i suoi confini più precisi pare fossero generalmente riconosciuti e chiaramente definiti. Al nord- ovest confinava col fittine Marra (Magra) chela separava dalla Liguria : dalle sponde di codesti» fiume alle fonti del Tevere, la catena principale degli Apennini formava il confine fra 1 Istruì la e la Gallia Cisalpina : mentre il Tevere, dalla sua sorgente (o danni punto vicino ad essa) alla sua foce, costituiva il limite orientale dell'Etruria, dividendola primieramente dall'Umbria, quindi dalla Sabina e per ultimo dal Lazio.
   La lunghezza della costa marittima dalla foce della Ma era a gite! la del Tevere è ragguagliata da Plinio a 281 miglia romane e a 2500 stadii da Strabene (312 1 /2 M. P.), lunghezze ambedue esagerate: la disianza vera è un po' più di 200 miglia geografiche, o 250 romane. La frontiera orientale, formata dal corso del Tevere, ha una lunghezza di circa 180 miglia 1!. senza tener conto dei meandri minori del fiume. La maggior larghezza dell Etruria è giustamente stimata da Stratone un po' meno della metà della sua lunghezza.
   La regione circoscritta iu tal modo è sommamente variata nel suo carattere; i tratti nei distretti nord e nurd-est immediatamente sul declivio dell'alto Apcnnino, sono multo montuosi, laddove la maggior parte della regione centrale fra l'Arno e il Tevere è occupata da colline e gruppi montuosi, molti dei quali aspri e d'altitudine ragguardevole, quantunque nessuno si possa qualificare propriamente montagna, trattone l'alto monlc Amiala, che forma il centro d'un gruppo vulcanico nel cuore stesso della regione ed ergesi a 1731 metri dal livello del mare. Solivi però pianure considerevoli di liceo suolo sfornale, lungo le sponde dell'Arno ed alla sua foce nella vai di Chiana, che rannette il bacino di codesto fiume con quello del Tevere, e nel tratto spazioso lungo la costa, fra le colline dell'interno ed il mare, liuto ora col nome di Maremme.
   Quest'ultimo distretto è di un'ampiezza mollo variante, e di un'estensione assai irregolare pel modo onde i colli usurpano in esso cacciando fuoii bracci ardili o masse staccate sino alla costa, di cui le più cospicue sono il promontorio di l'upuloninm o di Piombino (28(1 ni.) e il monte bycnlario (t>35 Hi.).
   Salvo queste eccezioni la costa è in gran parte bassa e piatta e in alcune parti con estese paludi che rendono tutta la Maremma infiline perla sua insalubrità. La inala fama pare esistesse già sin dai tempi di Plinio il Giovine e tale opinione si estendesse ingiustamente alt intiera Etruria (1).
   E difficilissimo raggruppare le catene di montagne o colline, onde è occupata quasi tutta l'Etriiria, in un sistema geografico. Le due grandi valli dell'Arilo e del Tevere — una con una direzione generale da est a ovest, l'altra da nord a sud — si possono considerare come formanti la chiave della geografia del paese.
   Ambedue codesti fiumi importanti nascono nella catena centrale apeuuinica, a non molta distanza l'uno dall'altro, e seguono per qualche tratto una direzione quasi parallela da noni a sud, finché l'Arno fa una \ollata improvvisa verso Arezzo, e scorre di là verso nord-ovest, per piegare di bel nuovo poco discosto da Firenze, e proseguire di hi il suo corso al mare iu direzione di ponente.
   Dal punto ove l'Ai no voltasi cosi improvvisamente presso Arezzo, uu altipiano a mo'di truogolo, la vai di Chiana, slendesi sino a Chiusi, donde le sue acque avviatisi al Tevere, separando cosi la massa generale delle colline etnische da quelle della sponda occidentale del Tevere. Onesta valle singolare è cosi piana che le sue acque stagnanti si possono deviai e a piacimento, sia nell'Al no a nord, si.i nel Tevere a sud. Ma della vai di (.Inaila tratteremo per disteso in seguilo.
   La porzione dell Etruria a nord dell'Arno è occupata principalmente dagii sproni dell'Apeiiiiiuo, la cui catena principale forma il suo confine settentrionale, mentre manda verso sud parecchi bracci minori, alcuni dei quali però di un'altitudine poco inferiore a quella della catena centrale.
   Di questi bracci ì più cospicui sono: l'alto ed aspro gruppo delle Alpi Apuane, che separa la valle della Magra da quella del Serrino; un secondo, di minore altezza, che separa il bacino ili Lucca da quello di Pistoja e manda le sue ramificazioni alle sponde dell'Arno fra Pisa e Firenze; terzo, la catena che separa il bacino di Pistoia e la valle dell'Ombrone (pistoiese od Ombrane minore) da quella della Sìeve; quarto, la catena assai più elevata detta l'rala Magno, che interviene fra la media valle
   (1) I'lin., kjk, v, (i, § C1 ; Siu. Al'oll., Ep., i, 5.