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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3M l'arte Terza — lulia Centrale
   fabbrica a Capraja Ita ripigliata questa tradizione ma con eleganze moderne. Nelle vicinanze, al llottinaccio, è Monte Castello, magnifica villa dei Frescobaldi.
   Cenni storici. — Nel 1321 la Repubblica fiorentina destinò Montelupo a capoluogo di una comunità e nel 1336 ordinò che il borgo fosse cinto di mura castellane cotalchè le due porte all'ingresso ed all'uscita di Montelupo rifatte e disfatte se non ci richiamano per la prima costruzione al 1336, giovano però a confermare che anche Montelupo era cinto e difeso da mura castellane.
   Uomini illustri. — Diede i natali allo scultore ed architetto Baccio che prese dalla sua patria il nome di Boccio da Montelupo. Gli si attribuisce la chiesa di San Paolino a Lucca. Abile seguace del Verrocchio, non senza un po'di manierismo, scolpi, verso la fine del secolo XV, la statua di San Giovanni Evangelista in Or San Michele di Firenze e nel monumento del doge Pesaro (1503) nei Frari di Venezia, gli si attribuisce la statua di Marte. Nell'Annunziata di Firenze si vede il suo busto di Andrea del Sarto.
   Coli, elett. Empoli — Dioc. Firenze — I'2 T. e Str. ferr.
   Vinci (7227 ab.). — Siede a 08 metri d'altezza, 111 pittoresca situazione, sopra il risalto di 1111 poggio a piò del quale scorre a ovest 1111 affluente del torrente Vincio e a est un altro affluente del torrente Streda; a sud sta il sobborgo che fiancheggia 1111 ampio stradale, il quale conduce al castello di Vinci nella pendice meridionale del monte Albano. Parrocchiale di Santa Croce. Una moderna strada rotabile coniti-nitativa per entrare nel sobborgo meridionale di Vinci, conduce di là alla villa signorile. e vasta tenuta del Ferrale, ov'è compreso il podere di Ancliiano clic fu della famiglia cui appartenne il divino Leonardo da Vinci, il quale è fama v'introducesse pel primo il metodo della coltura alpina rettificato dal Ridolfi nei poggi di Mileto.
   Il clima di questa contrada, difesa a settentrione ed a greco dal monte Albano, riesce temperato in modo che vi prosperano gli agrumi e gli alberi fruttiferi più delicati, essendoché i castagneti e le macchie non crescano che nelle parti più alte. 11 prodotto principale consiste però nelle granaglie e nell'olio le cui piante cominciano a portare il loro frutto assai giovani e persili di cinqui anni.
   Cenni storici. — Di Vinci non si hanno memorie anteriori al 1000. Dal 1273 il castello e distretto di Vinci fu aggregato al territorio e contado fiorentino, ina i terrazzani ribellaronsi nella primavera del 1315 all'arrivo ili 1111 esercito pisano e lucchese sotto il comando del celebre Uguccione della Faggiuola, il quale fn però cacciato 1111 anno dopo (11 aprile 1316) nel tempo stesso da Lucca e da Pisa, sì che il castello di Vinci dovette tornare all'ubbidienza della Signoria di Firenze, non ostante che 1111 capo fuoruscito fiorentino, Baldinuccio di Bindo degli Adimari, che occupava sempre il castello di Cerreto Guidi, avendo raccozzato soldati da Lucca, riconquistasse con essi pochi giorni dopo il castello di Vinci che poi per patti 0 per denari riconsegnò, nel 1318, alle truppe fiorentine.
   Scrivono Filippo Villani e Scipione Ammirato che nel 1361 (stile fiorentino), in occasione della guerra Pisana, capitanata dal condottiero inglese John llawkhood (Giovanni Aguto), questi mosse da Pisa per fare aspra guerra ai Fiorentini in guisa che, entrato appena nel Valliamo Inferiore, assalì Vinci e Lamporecchio, luoghi fertili ed abbondevoli di vettovaglie; ma, con tutto che colti notte tempo, gli abitanti di Vinci diedero coraggiosamente di piglio alle armi ed opposero sì strenua resistenza che rimasero uccisi cinque inglesi e altri quindici furon fatti prigionieri, sì che gli assalitori diedero volta addietro.
   Uomini illustri. — Nacque 111 Vinci quel prode capitano Giovanili da Vinci che, dopo avere otto anni addietro ben custodito con le sue genti Porta alla Croce durante l'assedio di Firenze, costrinse, nel 153S, gli Spaglinoli ch'erano di presidio 111 molte terre del Valliamo Inferiore, a sgombrare di là e da tutto il granducato. Ma la gloria