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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Firenze
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1894, pagine 400

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Itoeca San (lasciano
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   codesto viti maritate ai loffi non sia guari spiritoso, tuttavia vi si raccoglie tuttora in tanta copia che forma un ramo d'industria pei navicellai del paese sia pel trasporto di esso, sia per la distillazione in acquavite e in ispirito, mentre i campi senu-nativi a granaglie e piante barelline e filamentose sono ubertosi am be nelle frazioni di Orentano e di Staffali, ove abbondano eziandio le macchie di ontani e di quercinoli.
   Cenni storici. — Il Lami, nativo di Santa Croce sull'Arno, fn di credere che la sua origine derivasse dalla chiesa maggiore dedicata già alla Santa Crocè. Ma ii maggior lustro le venne dalla beata Cristina nativa del luogo, la (piale, sul cadere del secolo \III, vi fondò il suddetto monastero sotto la regola di Sant'Agostino composto ed abitato da trenta reclusi. Quantunque non se ne trovi menzione innanzi al secolo XIII, codesta terra era già cinta di mura castellane, le quali furono atterrate in gran parte dall'impeto dtdle acque nella piena del 13:53, come si legge nella Cronica (lib. xi, c. 1) di G. Villani.
   bui dal 1224 Santa Croce, non solo era già costituita in comunità, ma aveva anche già stretto de' patti co! Comune di Firenze, dal (piale incominciò a dipendere sin d'allora prima della battaglia di Monteaperto e i suoi abitanti si risottoniisero dopo la morte del re Manfredi. Fn conquistata successivamente dai Pisani con altre terre e dai Lucchesi sotto Castruccio Castracani debellato poi dai Fiorentini che nel 1327 ne rimasero in possesso.
   l'omini illustri. — Vi nacque nel 1(507 Giovanni Lami, letterato e archeologo di grido, rinomato per le sue Novelle Letterarie, ( fl'eineride periodica, pubblicata iu Firenze dal 1740 al 1770. \ i sorti anche i natali il professore Averardo Genovesi.
   Coli, elett. San Miniato — Dioc. San Miniato — P2 T.
   Santa Maria in Monte (0470 ab.). — Sorge a 50 metri di altezza, sopra una delle colline che rasentano la sponda destra dell'Arno e fanno parte del grappa dei poggi delle Cerbaje. fra il canale dell'Useiana che gli bagna la base occidentale e il padule, in via di prosciugamento, della Bientina a settentrione. Due vie semicircolari convergenti mettono capo al recinto dell'antica ròcca diruta: una è intersecata da angusti vicoli, l'altra fiancheggiata da comode e decenti case, e in questa sorge la Collegiata di Santa Maria ampliata 'modernamente ed ornata di freschi dell'Ademollo ; antico il pulpito e bello il battistero di Benedetto da lìovezzano. (ili edilizi meglio conservati sorgono nel terzo e più interno recinto dell antico munito castello.
   Il territorio produce cereali, vino, frutta e bestiame; l'industria locale fabbrica aratri e altri strumenti agrarii.
   Cenni storici. Fino al secolo X almeno il castello di Santa Maria in Monte fece parte del dominio temporale dei vescovi di Lucca. Dopo la battaglia di Monteaperto (settembre 1200) il castello già consegnato ai Guelfi lucchesi, fu loro tolto dai Ghibellini vincitori nel 1201 con molte terre del Valdarno Inferiore e dato alla città ghibellina di Pisa sotto la Signoria della quale Santa Maria in Monte si mantenne quasi costantemente sino al tempo di Castruccio Castracani, quando egli sin dal 1317 si avviò con le sue genti ad assediarlo con animo di sottometterlo al Comune (ii Lucca. L'ebbe e lo tenne sino al 1327; ma il 2 agosto fu assalito e preso da un esercito fiorentino, al quale fu confermato dal trattato di Venezia del 133'J con tutti i paesi del Valliamo Inferiore che dipendevano in addietro ila Pisa o da Lucca. Con provvisione dell' 11 maggio del 1330 la Signoria di Firenze aveva già ordinato fosse cinto da un nuovo giro di munì.
   Coli, elett. San Miniato — Dioc. San Miniato — P3.