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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Provincia ili Arezzo
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   una scuola distinta che ha una caratteristica sua propria e particolare alle fabbriche aretine: vi si riscontrano di rado iscrizioni in lingua etnisca; invece vi si trovano sposso i nomi di artisti greci. Non ha gran tempo, nella stessa città di Arezzo, furono dissotterrati moltissimi frammenti di codesti vasi, alcuni dei quali con impresso il nome di A. Tm Figul. Arket. La ceramica aretina ebbe il suo apogeo sotto i primi Cesari ne parlano Virgilio, Persio, Marziale, Plinio il naturalista, e da un passo di Isidoro di Siviglia (line del VI secolo) risulta che quest'industria artistica aveva sopravissuto alle prime invasioni barbariche.
   Miniere — Meritano menzione particolare i giacimenti di solfuro di antimonio di Monteanto nel Comune di Angliiari, ove trovasi anche un giacimento di rame ; questi giacimenti però non sono ora in coltivazione. Per contro si ottiene una produzione importante in cinque miniere di lignite nel Comune di Cavriglia presso Castelnuovo nel Valdarno Superiore, alcune delle quali sono rilegate da una ferrovia privata di circa 7 chilometri alla stazione ferroviaria di San Giovanni. Le suddette miniere, che sono le più importanti d'Italia, produssero nel 1892 in complesso 158,000 tonnellate (li lignite del valore di 900,000 lire.
   Prodotti agrari. — Un terzo circa della superficie della provincia di Arezzo, vale a dire 108,913 ettari, è costituito da terreni arabili e un quinto circa, ossia ettari 71,958, da boschi. Supèrbe le abetine, o selve di abeti, nei dominii demaniali lungo tutta la giogaia pittoresca di Camaldoli; corri e faggi rivestono i monti del Casentino; poco estesi i ghiandiferi e discretamente i castagneti che somministrano l'alimento principale ai lavoranti. Sviluppato il bosco ceduo per far legna da ardere e carbone, di cui si fa commercio rilevante in Arezzo.
   Nel Casentino copioso è il raccolto dei cereali, com'anco quello delle castagne, del vino, delle patate, ma più scarso quello dell'olio; nò mancano gli alberi da frutta ed i gelsi
   Nella pianura di Arezzo e di Castiglione Fiorentino l'industria agraria può dirsi perfetta: di ottima qualità e superiori al consumo sonvi i cereali, i legnini, il vino, le castagne e le patate-
   In vai di Chiana sono prosperosissimi gli ulivi ed i gelsi e in essa, come in vai Tiberina, coltivasi anche il tabacco sopra una supertìce di 3(>7 ettari, con un annuo prodotto in media di 4000 quintali. Sempre in vai di Chiana, verso Marciano e Fojano, coltivasi anche la barbabietola per la fabbricazione dello zucchero.
   Raccoglievi, infine, granturco, orzo, segala, avena, legnini, canapa, lino, foraggi, ecc., e il valore lordo di tutti i prodotti agrari si fa ascendere all'annua e bella somma di ben 55 milioni di lire. Anche l'allevamento degli animali bovini, ovini, caprini, suini ed equini è di non lieve importanza, dove si ponga mente che il valore capitale di tutti questi animali supera la non meno egregia somma di 22 milioni di lire.
   Industria. — L'Arno e il Tevere attraversano, come abbiam visto, la provincia di Arezzo, il primo per circa 80 chilometri dalle scaturigini sulla Falterona toccando tredici Comuni fra Stia e San Giovanni; il secondo, per circa32 chilometri bagnando i tre soli Comuni di Pieve Santo Stefano, San Sepolcro e Anghiari. Ambedue codesti fiumi, oltre a produrre ricche colmate, servono in parte all'irrigazione, ma più ancora a dar moto a stabilimenti industriali, segnatamente ai mulini. Anche il Canal Maestro, in cui si accentrano, come abbiamo visto, i lavori di bonifica della vai di Chiana, alimentano qualche opificio.
   Lo cadute (l'acqua utilizzate in tutta la provincia somministravano, or son pochi anni, 3592 cavalli dinamici, la maggior parto ai mulini per cereali, e le caldaie a vapore 1100 cavalli dinamici. Il valore totale dei prodotti dei mulini di macinazione dei cereali (granturco, castagne, segala, veccie, civaie, ecc.), tanto idraulici che a vapore, si fa ascendere, a più di 15 milioni di lire. Altre industrie alimentari son quelle delle paste da minestra, della birra, dello zucchero di barbabietola, ecc.