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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondano di Montepulciano
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   Mandamento di RADICOFANI (comprende % Comuni, popoL 18,423 ab.). — Territorio in parte vulcanico con la montagna di Radicofani nel mezzo, sulla cui vetta fu anticamente un vulcano. Granaglie, granturco, ulivi, gelsi e, nella montagna, pascoli naturali, con niandre di pecore e capre che danno cacio squisito.
   Radicofani (2740 ab.). — Sorge all'altezza ragguardevole di 896 metri, con superba veduta di tutto il paese adiacente, sopra una montagna costituita alla sommità da un cono di basalto, che ergesi in rupi quasi a picco sulle spalle d'un monte di argilla conchigliare cerulea, che continua in tutta la valle dell'Orda. Al sommo della montagna è il castello diruto del celebre Ghino di Tacco, il quale, come narra maestrevolmente il Boccaccio, catturò l'abate di Cluny, avviato alle acque minerali in Toscana. Sotto il castello e sul pendìo della montagna stendesi il paese antico, disuguale, mal costruito in pietra basaltica, di cui è composto anche il lastricato. La parrocchiale è dedicata a San Pietro.
   Il territorio produce cereali, olio, vino, foraggi, bestiame e cacio. Nelle adiacenze zampilla un'acqua incrostante e fu scoperta, al principio del secolo, una miniera di antiniouite con solfo, in un luogo appartenente ora al Connine di Castiglione d'Orda.
   Cenni storici, — Dell'istoria antica di Radicofani nulla si sa di anteriore al possesso che n'ebbero fin dal secolo XI i monaci dell'abbazia di San Salvatore, i quali, iiel 1153, ne Goderono la metà a papa Eugenio III ed ai suoi successori col borgo sottostante di Cai lem ala. In seguito gli abitanti di Radicofani costituironsi in Comune; ina, nel 1480, Angelo Tartaglia, generale del re Ladislao di Napoli! dopo aver preso e messo a sacco Radicofani, lo vendè ai Senesi, ai quali papa Giovanni XXIII confermò il libero possesso mediante il pagamento di 6000 fiorini d'oro alla Camera Apostolica ed un annuo tributo di lire 40.
   La Repubblica di Siena fece allora costruire da quattro mastri muratori lombardi la nuova fortezza, che sorge tuttora in vetta alla montagna, assediata indarno, nella primavera del 1555, da Chiappino Vitelli, generale di Cosimo I, a cui si arrese il 17 agosto del 1559 dopo la caduta di Montalcino. Cosimo rafforzò la fortezza, la quale saltò in aria alla fine del secolo scorso, per aver un ufficiale della guarnigione dato fuoco al magazzino delle polveri.
   Coli, elett. Montepulciano — Dioc. Chiusi — I'3 e T. locali, Str. ferr. a Torrenieri
   (fraz. di Montalcino).
   Abbadia San Salvatore (3444 ab.). — Detta comunemente la Badia, all'altezza rispettabile di 829 metri, sul monte Annata, fra le fonti dei torrenti Albineta e Faglinola (che più al basso diviene la Faglia), m una spianatella di mezzo miglio con castagni giganteschi che adornano e riparano con la loro ombra ameni passeggi. È circondata da verdi praterie, ha un'atmosfera purissima, un clima alquanto rigido nel verno, ma altrettanto salubre e temperato nell'estiva stagione e domina un vasto panorama, che stendesi sul lago di Bolsena e termina con la montagna di Viterbo e col lido delle maremme romane. « Se l'inferno del fabbricato di quella terra — dice il Repetti — fosse meno ottuso e le sue strade alquanto più larghe, non si saprebbe trovare un soggiorno più soave da chi. senza scostarsi dall'Italia centrale, volesse godere in estate una bella primavera in mezzo ad un'aura eminentemente vitale ».
   Quattro vie parallele fra loro (una sola alquanto larga) attraversano questa terra, murata nella sua maggior lunghezza da nord a sud. Nel centro di essa apresi una piazzetta con la parrocchiale di Santa Croce e il Pretorio. Vi sono quattro porte; presso quella a nord è la celebre abbazia di San Salvatore da cui il paese ebbe vita, nome e dipendenza, quando era castello, avvegnaché i suoi abati lo governassero per molto tempo, nominando i rappresentanti del Comune, eleggendo ì giusdicenti a podestà e confermando gli statuti, i più antichi dei quali risalgono al secolo XIII.
   80 — ILa &*si&riu, vcl. Ili, parie 2*.