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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
Livorno
23'J
rappresentano due episodi principali della sua vita: la sua prigionia nell'isola d'Elba nel 1848 e il suo presentarsi, in un col Montanelli c il Mazzoni del triumvirato, al popolo acclamante in piazza della Signoria in Firenze.
Nella piazza Vittorio Emanuele fu inaugurato or fa poclu anni, al cospetto di re Umberto I e del conte di Torino, il monumento al gran Ke. La statua equestre, di Augusto Rivalla, genovese, allievo del Duprè e insegnante a Firenze, è in bronzo e rappresenta Vittorio Emanuele sul suo cavallo di battaglia in divisa di generale, come costumava al tempo in cui furono combattute le battaglie dell'indipendenza, vale a dire, col cappello a punte. La grandezza della statua è più che doppia del naturale e il monumento misura 13 metri. La statua è rivolta al Duomo e sta sopra una svelta base, disegnata dall'architetto Arturo Conti, e rivestita di un bel marmo con sugli angoli vaghissimi ornati. Veggonsi ai lati due bassorilievi in bronzo dello stesso Ri-valta : quello a destra rappresenta l'Abdicazione di Carlo Alberto dopo la battaglia di Novara, quello a sinistra l'ingresso di Vittorio Emanuele in Roma nel 1870. Sul lato anteriore campeggia lo scudo di Savoiaenell'oppostolostenima Fig. 97. — Livorno: Monumento a Ferdinando l
della città di Livorno, model- coi Quattro Mori (da totofr. Alisari).
lati amliidue in alto rilievo
sullo stile del Cinquecento dal precitato scultore livornese Lorenzo Dori. Una bella e salda cancellata circonda il monumento, la cui spesa complessiva ascese alla bella somma di 138,000 lire. Lo stesso scultore Rivalta esegui il monumento di Giuseppe Garibaldi sulla già piazza Rangoni.
CHIESE
Il Duomo di Livorno, all'estremità sud-est della piazza Vittorio Emanuele, non era in origine qual è ora: fu disegnato, nel 1594-, dall'architetto fiorentino Alessandro Pieroni e il campanile non fu innalzato che nel 1817 dal Pampaloni. Il peristilio della facciata, con colonne doriche a cupola corrispondenti ai loggiati della piazza, fu costruito, sotto ti granduca Ferdinando II, da Inigo Jones, allievo di Gian Bologna o fu rinnovato nel 1856. L'orologio, mediante adatta trasformazione di movimenti, inette simultaneamente in moto le lancette ai due lati della chiesa distanti 61 inetri l'ima dall'altra.
Neil interno, a croce latina, sono molto ammirati un bellissimo soffitto dorato di Vincenzo dell'Imperatore (1610) e i dipinti seguenti: il Trionfo di Santa Giulia, di