Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno', Gustavo Strafforello

   

Pagina (252/285)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (252/285)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   •Ì:H l'arte Terza — Italia Centrale
   Jacopo Ligozzi; VAssunzione ili I[aria, del Passignano e San Francesco che riceve il bambino Gesù, (li Jacopo da Empoli.
   Abbondano i monumenti, a far capo, a destra dell'ingresso principale, da quello del marchese Alessandro del Borro, soprannominato il General Cannone, antico benefico governatore di Livorno, monumento scolpito dal l'oggini col ritratto del marchese sorretto (la un guerriero e la figura del Tempo che sta scrivendo il suo nome nel gran libro della Storia. Men grandiosi i monumenti degli altri governatori di Livorno: marchesi 0inori. Bourbon del Monte, Barbolani-Montanto ; ili Bernardetto Borromei, primo gonfaloniere; del mercante filantropico Pietro Sardi; della signora Ippolita degli Ippolito, dei vescovi Cubbe e Gavi; del barone C. E. Wachtendock, comandante delle truppe imperiali in Toscana al tempo di Francesco d'Austria, ecc. Meritano particolare menzione le sei colonne di marmo misto sorreggenti gli archi dell'aitar maggiore e delle due cappelle laterali e le due cantorie con le porte sottoposte, dono del principe Antonio de'Medici, figliuolo di Francesco I.
   Mu la chiesa più bella di Livorno è quella nei quartieri della Nuova Venezia e San Marco, sacra a San Ferdinando. Come già abbiamo detto il primo quartiere fu posto, sotto Ferdinando III, mediante palafitte nel mare, in comunicazione col secondo e col rimanente della città, la quale fu arricchita nell'istesso tempo di sette ponti e di circa ventitré nuovi isolotti. Il soffitto della chiesa di San Ferdinando e a volta tonda con stucchi pregevoli ai lati, sorretta da pilastri d'ordine composito. All'aitar maggiore ammirasi un bel gruppo iu marmo del Baratta, e tanto esso quanto te cappelle laterali vanno ornati di ricchi marmi variati e di colonne corinzie. Benemerito di questa chiesa fu il patrizio fiorentino Teriesi (?), il quale vi spese ben 10,000 scudi.
   Non prive adatto di pregi artistici sono due altre chiese cattoliche in Livorno: quella di Santa Caterina, attigua alle odierne carceri giudiziarie e vicina all'antico cimitero della N'uova Venezia e quella di San Sebastiano, con cappella ad imitazione di quella di Loreto. La prima appartiene ai Domenicani e la seconda ai Barnabiti ed ambedue vantano buoni dipinti dei fratelli Giovanni e Girolamo Grandi, milanesi; del Vasari, dei fratelli Terreni, ecc.
   Ma oltre le cattoliche vi sono in Livorno parecchio altre chiese di riti tìiversi. Nel 1092 i ricchi mercanti armeni comprarono dal Governo l'orto dei Francescani e vi fecero innalzare, su disegno del principe ereditario Ferdinando, figlinolo di Cosimo III, un magnifico tempio in via Madonna, tutto in marmo e scagliola con bellissime statue del Vacca e del Duprè e parecchi dipinti ili buon pennello. Dedicato a San Gregorio, il tempio ne reca in fronte l'effigie scolpita ili un grande ovale : nelle arcate posteriori della cupola elegante, nascosta dai vicini edilizi, ammiransi bei dipinti dei fratelli Giovanni e Giacomo Medici, milanesi.
   Nel 1561 Cosimo I chiamò i Greci da Ancona a Livorno ed, oltre un'anticipazione in danaro, diede loro un ampio spazio di terreno in via della Madonna per costruirvi una chiesa. La facciata di questa chiesa dei Greci Uniti alla chiesa cattolica, in via Dietro Sant'Antonio, chiesa visitata da Pio IX il 25 agosto 1857, va ornata di due colonne doriche con suvvi le statue (1 q\\'Innocenza e della Mansuetudine, lo stemma mediceo e un bassorilievo dell lununziata. Ila atrio conduce al tempio in forma di rettangolo; un alto assito con intagli, dorature e dipinti, detto Viconostasi, nasconde l'altare: i dodici quadretti, rappresentanti la l'itadi Gesù, furono dipinti nel 1641 alla bizantina da uno schiavo del bagno di Livorno. Nella medesima chiesa il sacerdote dei Melchiti dice la messa in lingua araba con pane invece d'ostia e porge nella comunione il calice anche ai laici, nell'istessa guisa che nella suddetta chiesa di San Gregorio degli Armeni Uniti si dice la messa ni armeno.
   I Greci non Uniti od eterodossi, detti dal popolo i coitivi, hanno la loro chiesa della Trinità in via del Giardino, chiesa arricchita di molti doni, di messali e di argenteria