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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272
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l'arte Terza - Italia Centrale
Cicerone (ad Q. Fra'., ti, fi) qual porto di mare presso Pisa. Fu supposto eziandio ch'esso sia stato mentovato da Zosimo (v, 20) sotto il nome dì Lilmrnum; ma in realtà non havvi autorità per questo, nò per i nomi dì ì'orlus Libumi e Porlas Ilerndis Lìbitmi adoperati dagli scrittori moderni sulla geografia antica. Itinerario di Antonino però cita una stazione Ad Ueradem, la quale essendo situata a 19 chilometri ila Pisa, non poteva esser lontana da Livorno.
< E inutile, dice il Itepetti. cercare memorie di Livorno anteriormente al governo marchionale di Toscana, imperocché ne gli autori di storie antiche, nò quelli di geografie o diitinerarii marittimi rammentano questo porto diverso di luogo e di nome del colmato seno di Porto Pisano. Ciò che non ani inette dubbiezze o vane congetture si è che le prime memorie di Livorno si presentano nella sua prima chiesa l'anno 891 di giugno in una membrana dell'airchiv. arcivescov. di Fisa, cui spettava la chiesa di Santa Giulia sottoposta al piviere di Porto Pisano >.
In un documento del 1017 si trova già col nome di Livorna: nel 1284 i risani promettevano esenzioni a chi vi si stabilisse e deliberarono di circondarlo di mura; troppo tardi, perché nel 1285 fu conquistato dai Genovesi che distrussero cinque torri e ruppero le catene della bocca del Porto, trasportandole a Genova in trofeo. Ciò avvenne in seguito alla famosa giornata della Meloria che fu il segnale della caduta della Repubblica dì Pisa.
Nel 1362 galee genovesi, al soldo dei Fiorentini, impadronironsi per la seconda volta di Livorno e questa volta inviarono le catene del Porto a Firenze, ove furono appese in pezzi nel palazzo Municipale, alle porte e in altri luoghi.
Nel maggio del 1364 i Fiorentini arsero Porto Pisano e posero il fuoco anche a Livorno; ma questo non fu arso che in parte, poiché nel 1405 fu consegnato dai Visconti ai Genovesi; e il 21 giugno del 1421 Tommaso Fregoso, doge di Genova, lo vendè, per 100,000 fiorini d'oro, a Firenze, la quale lo fece cingere immediatamente di mura ineriate con due porte, ultimate nel 1450: la loro nuova fortezza marittima servì dapprima come punto d'appoggio nella guerra contro Pisa ; caduta questa città, Firenze poteva finalmente avere una propria marina e preferì Livorno, porto ormai migliore che il Pisano o quello ormai disusato di Vada.
Già sin dal 1422 veniva costruita e varata nell'arsenale di Livorno la prima galea fiorentina destinata per Alessandria e nell'agosto del 1431 una squadra fiorentina prendeva già parte ad una battaglia navale dei Veneziani contro i Genovesi presso Portofino.
Nella guerra della Lega contro Carlo Vili (1490) la resistenza di lavorilo per i Fiorentini, alleati del re francese, fu segnalata; l'imperatore Massimiliano vi aveva posto l'assedio dalla parte di terra, mentre galee veneziane e genovesi l'assediavano dal mare; un attacco combinato del 28 ottobre fu vigorosamente respinto: poi le tempeste autunnali allontanando le navi, l'impresa andò fallita. Firenze iscrisse nello stemma di Livorno il motto Fides.
Le guerre incessanti però della Repubblica vietarono ogni buon risultato ai grandi sacrifizi fatti da Firenze per fondare una potenza navale; Livorno si rimase piccola e malsana e nel 1551 non contava che 749 abitanti.
Cosimo I de' Medici, coll'avvedutezza propria della sua casa, accordò e garantì a tutti gli stranieri esenzione decenne dalle imposte, libertà di coscienza e di culto e persino, mediante una legge detta la Lirornina del 26 marzo 1548, il privilegio di non essere arrestato per delitti commessi all'estero e di rendere insequestrabili, per debiti fatti all'estero, gli averi acquistati in Livorno ; ma commercialmente vi nocque assai la fondazione in Pisa dell'Ordino militare di Santo Stefano che combattè onorevolmente i Barbareschi ma annientò ogni comunicazione immediata con la popolazione maomettana lungo le costo mediterranee.