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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Massa e Carrara - Lucca - Pisa - Livorno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Circondario di Portoferrajo
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   Il ferro dell'isola pare che, in quanto alla sua origine, abbiasi a distinguere in tre specie: quella composta del ferro che sembra aver fatto parte della massa iniettante scaturito fuso dalle viscere della terra ed ora soltanto assodato — vale a dire il ferro, ossidulato e le sue varietà, disposto iu grandi filoni entro le spaccature delle roccie nettuniane alterate e costituito di una grana e tessitura disuguali, generalmente nou cristallizzato ma spesso magnetico; la specie prodotta dalla sublimazione e condensazione Successiva dei vapori ferrei emanati dalla massa fluida ed incandescente, vale a dire, il ferro oligisto, cristallizzato, laminare, lamellare, ecc., che trovasi ili filoni sottili nell'interno delle precitate roccie nettuniane, ma più o meli discosti dalle grandi masse di ferro ossidulato; e la specie finalmente di tutte la più recente prodotta dall'azione dell'acqua, dell'aria, degli acidi, ecc. sulla massa metallica, dopo cessati intieramente i fenomeni che accompagnarono la eruzione metallica; vale a dire, i ferri ossidato e idrossidato, come gli ossidi rossi, gialli e bruni, le ematiti, ecc.
   L'iniezione ferrea ebbe luogo nell'Elba a traverso terreni diversi che ha investiti e compenetrati e sui quali si è sparsa. La celebre miniera di ferro di lìio non è altro che un immenso trabocco di minerale fra il verrucano e un calcare secondario trasformato da esso in calcare salino o in calcare cavernoso e fetido.
   Cospicuo ed interessante è il filone di ferro ossidulato, in gran parte magnetico, che ergesi alla cosi detta Punta Nera nel monte Calamita al contatto del calcare col vemicano. Il ferro non è colà la sola roccia ignea emersa, ma è accompagnato dal granito e da varie roccie serpentinose.
   Sono indicibili le alterazioni cagionate da queste varie roccie plutoniche alle nettuniane negli interstizi, nelle suture delle quali si sono iniettate, conte le hanno trasformate, come si son combinate con esse, ed è eziandio malagevole descrìvere le varie combinazioni accadute fra le stesse roccie d'origine ignea. Là trovansi riunite ilvaìti, antiboli, asbesti che passano gli uni negli altri, e si confondono; solfuri metallici di ferro, di rame e di piombo; quarzi cristallizzati, granati ferruginosi, gesso, marne di vario colore, ocre e moltissimi altri minerali veggonvisi riuniti, mescolati e collegati in modo da far nascere in chiunque gli osserva l'idea del fatto, ormai dimostrato dal Savi e da altri preclari geologi italiani e stranieri, della trasformazione delle roccie nettuniane in roccie cristalline.
   Miniere. — Cinque sono le principali, situate tutte quasi sullo stesso meridiano e lungo la costa est. Procedendo da nord a sud distinguonsi coi itomi di Mio Albano, Vigneria, lìio, Terra Nera e Calamita.
   La miniera più coltivata e che somministra ora quasi tutto il minerale è quella presso il villaggio di Rio Marina. I fianchi dell'alto poggio, che ergesi a nord di esso sino a 150 e più metri di altezza e sopra una superficie complessiva di 48 ettari, presentano minerale di ferro in vario stato. La maggior parte dei declivii è coperta di depositi o rigetti degli scavi superficiali eseguiti iu tempi antichissimi. Del giacimento massiccio originario non veggonsi che pochi indizi m ìspecie di ammassi i quali somministrano, il minerale così detto andante la cui ricchezza varia dal 50 al 65 per cento.
   Ma il maggior prodotto della miniera di Rio deriva dai suddetti depositi o gettate di temili antichissimi, le quali durarono per secoli e lasciarono ingombra la superficie del suolo. Codesti depositi compongonsi generalmente di frantumi di minerali di varia grossezza ma assai minuti, il più sovente, e misti ad una certa quantità di terra e di argilla e formanti oggidì un vero minerale si che, mediante un lavacro che Jte rimuove le parti terrose, si ritrae il 60 e 65 per cento. La qualità del minerale ottenuto in tal guisa è assai migliore di quella del minerale compatto, il quale si scava con mine ed anche soltanto con leve e si riduce poi con la mazza in pezzi maneggevoli e di facile trasporto.