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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Bologna
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Terza — Italia Centrale
   Nel 1848 e nel 1849 l'Emilia seconda potentemente il movimento nazionale, die aveva avuto i suoi due punti di iniziativa a Palermo ed a Milano: fuggono di nuovo duchi e legati, e non rientrano se non fiancheggiati dalle baionette austriache e seguiti da fucilazioni, giudizi statari e persecuzioni poliziesche. La costanza imperterrita della regione emiliana nell'assecondare la causa nazionale, nel volerne il trionfo ad ogni costo, ebbe lo sperato compenso nel 1859, in cui ai primi successi della guerra d'indipendenza sui eampi piemontesi e lombardi, i duchi di Modena e di Parma si affrettarono a cercar ricovero in Mantova sotto l'ala protettrice dell'Austria, mentre i legati pontifici di Bologna, Ferrara e Ravenna, sopraffatti dal fermento popolare e tementi gli scoppi d'uno sdegno troppo a lungo represso e provocato, credettero opportuno ripiegare su Roma. Cialdini frattanto colle truppe nazionali affidate al suo comando, vincendo a Castelfidardo l'esercito pontifìcio, liberava ti territorio fino ad Ancona, che nel frattempo era assediata od espugnata dalla flotta sarda. Questi fatti, ad onta degli artifizi e dei maneggi diplomatici che tentavano di fermarlo, resero imperioso ed irresistibile il movimento annessionista e col plebiscito del 12 marzo 1860 l'Emilia pronunciava con 426.006 si il suo voto per l'annessione al Regno d'Italia.
   II.
   Confini e divisione amministrativa.
   La regione emiliana, anche dopo la costituzione del Regno d'Italia, fu considerata come formata dalle otto Provincie seguenti: Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, l'arma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia. Le provincie di Bologna, Modena, Reggio, Parma e Piacenza formano oggidì quella regione, che oggi è, più specialmente per l'uso invalso, considerata come Emilia; le provincie di Ravenna e Forlì formano la regione detta Romagna od Emilia orientale o litoranea, della quale, sotto quest'ultimo aspetto, fa pur parte la provincia di Ferrara. Per (pianto si riferisce a quest'opera, delle prime cinque provincie verrà trattato in un solo gruppo, che seguirà a questi cenni generali; delle altre tre (Ferrara, Forlì e Ravenna) verrà discorso nel volume comprendente la descrizione delle provincie litoranee adriatiche, da Ascoli Piceno alle bocche del Po.
   La posizione geografica della regione emiliana è dalla Cattolica, presso Rimini, alla Bardouezza (confine tra la provincia di Piacenza e quella di Pavia), fra 0°,18' di longitudine a est e 3°,8' a ovest dal meridiano di Roma e con latitudine boreale fra il 43°,50' e il 45°,8'.
   L'Emilia — salvo il tratto dell'Oltrepò mantovano — e divisa dalla Lombardia e dal Veneto (Polesine) dalla linea del Po ; dalla Toscana e dalla Liguria è quasi sempre divisa dalla linea di spartiacque deirApenniuo. Così si può dire che a nord l'Emilia confina colle provincie lombarde di Pavia, Milano, Cremona, Mantova e colla provincia veneta di Rovigo ; ad est, da Gabicce, sul confine della provincia di Pesaro ed Urbino fino alla foce del Po di Goro, forma il litorale adriatico; a sud confina con quest'ultima provincia ed è divisa dall'Apennino. con una linea non sempre idrograficamente ed orograficamente razionale, dalle provincie toscane di Firenze e Lucca e dalle provincie liguri di Massa-Carrara e Genova; ad ovest confina di bel nuovo colla Lombardia, toccando i circondari di Bobbio e di Voghera in provincia di Pavia, ed ancora con Firenze, circondario di Rocca San Casciano.
   Secondo i dati ufficiali del Governo italiano, desunti dallo ultime pubblicazioni del Ministero di agricoltura, industria e commercio, la superficie della regione emiliana sarebbe di 20.640 chilometri quadrati ; secondo i calcoli del celebre topografo russo generale Strelbitszky, ritenuti da tutti i competenti di grande esattezza, sarebbe di 20.750.